Approfondimenti
PER IL TRAMITE DELLA LETTERATURA 9a
COME LA PANDEMIA DA COVID-19 È DIVENTATA L’INSONNIA DEL XXI SECOLO
di Lorenzo Gafforini*
a R.
«Felici i posteri, che non avranno conosciuto queste disgrazie e crederanno che la nostra storia sia una favola!»
FRANCESCO PETRARCA, Familiarum rerum libri
9. L’AIDS per il tramite di due testimonianze italiane.
Tuttavia, il Novecento fu caratterizzato anche da un’altra pandemia che coinvolse l’intero pianeta e fu soggetta anche a diverse dicerie: l’AIDS, le cui vittime negli anni ammontano a più di trenta milioni.
L’AIDS, come altre malattie, è nata da un virus di origine animale – come molti altri – e ha la sua origine in Africa centrale dagli scimpanzè. A differenza di quanto si pensi, l’AIDS ha una sua origine risalente nel tempo: infatti, si ipotizza come sia già diffusa in Africa già dagli inizi del Novecento, anche se è stata ufficialmente scoperta negli anni Ottanta negli Stati Uniti da Françoise Barré-Sinnoussi 71 .
Le fonti letterarie che hanno analizzato un’altra piaga del Novecento sono notevoli, anche con riferimento alla filmografia 72 . Tuttavia, nonostante l’AIDS nell’immaginario comune abbia colpito principalmente gli Stati Uniti, è interessante constatare come le testimonianze si riverberano anche nel nostro Paese. Si pensi solo all’opera di Pier Vittorio Tondelli e di Dario Bellezza, per avere una finestra unica su questa tematica. Nonostante entrambi gli autori siano omosessuali, non è intenzione del presente contributo alimentare la falsa credenza per cui quest’ultimi fossero gli “untori” della malattia. Tuttavia, è innegabile come in quegli anni – e non solo – siano stati soggetti a un’efferata ghettizzazione che ha portato a elaborare la tragedia personale in maniera complessa, fra l’intimità e il sociale.
Per esempio, Camere separate di Tondelli risulta essere un personalissimo e introspettivo romanzo sul rapporto di una coppia omossessuale e, in particolare, sul lutto che Leo, il protagonista, affronta per la morte del compagno. Inoltre, sul finale si accenna come Leo abbia una malattia inguaribile, probabilmente riconducibile all’AIDS di cui lo stesso Tondelli era affetto e che è stata causa della sua morte a nemmeno quarant’anni. Sorprende, infatti, come Tondelli nel suo ultimo lavoro non faccia espressamente riferimento alla malattia specifica, forse proprio per non subire una spettacolarizzazione delle proprie sofferenze.
Per tornare al romanzo, è impressionante come Tondelli comunichi l’angoscia di Leo, incapace di elaborare il lutto del compagno: «allora Leo si chiede se l’aver voluto contenere il proprio dolore in una sfera intima e inaccessibile agli altri, l’averlo distillato goccia a goccia in solitudine, abbia reso impossibile l’elaborazione finale del suo lutto. Privandosi delle manifestazioni sociali e della partecipazione della collettività, sia pure anche solamente dei suoi amici, lo ha arrestato in una zona di angoscia. Rifiutando di socializzarlo si è privato di quel valore di purificazione che caratterizza qualsiasi espressione pubblica di un sentimento» 73.
Note
71 Per un approfondimento sulla sua figura si segnala C. PULCINELLI, AIDS. Breve storia di una malattia che ha cambiato il mondo, Carocci, Roma, 2017, pp. 61-81.
72 Fra tutti, basti semplicemente pensare al commovente Philadelphia di Jonathan Demme.
73 P.V. TONDELLI, Camere separate, Bompiani, Milano, 1993, pp. 196-197.
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