Cade il fiore dalla bocca, quello che ho colto con la lingua avantieri,
quello che nel sonno si faceva vena, e la carne, fabbisogno,
fabbisogno di vischio, per le tue mani, per il silenzio aspro del tuo pene,
ci costruirei una babele, mentre aspiro forte il sudore del letto,
e i fantasmi si sgretolano in pulviscoli d’aria, e battono le cosce,
e la bocca, una nave, un solco d’acqua liscio a premere il cuore.

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