Da una nota a piè di pagina [non era l’epilogo?
Appuntata a margine
è l’evidenza che non si scrive.
Una matita — riguardo per l’incauto autore,
propone curve, lettere
dimentiche di stampatello.
Il corsivo racconta
di me, denudando il coraggio
oltre l’ardire dell’incomprensione.
Se ancora acuta ti fossi
angolo di rotta, disadorno
carteggiami il vizio del vento.
Roma, quattro cardellini di novembre:
dolce e matta rido il volo, e poi
non temo i miei costumi.
L’incomprensione del possibile
l’esortazione delle vesti
nella sofferenza di un vuoto
non ancora arredato.
Stordisce,
questo cantico di me creatura
che mi lascia segni come fossi
da sempre, un’interpunzione dell’essere.
Utenti on-line
Ci sono attualmente 24 Users Online