fragmenta
un disordine mi abbacina
tra alvei di radure e semi di corolle
tra portici di altri tempi e ulivi
dimentica dell’acqua
in punta di respiro
sono tempo
nel cerchio senza tempo
in cammino con la pioggia
*
un disordine mi abbacina
ombre frusciano tra pini
*
a tratti si frangono sfrangiate
da bordi di arenili
raffiche di contrad-dizioni
fatti di ogni giorno
mi sfiorano le mani
fatti di ogni notte
-non c’è verso-
i conti non tornano mai
*
così riprendo il cammino
scheggia in un solco
intanto tentacoli di lava
stuprano stranamente
balbettio di brina
nel vento di gennaio
(appunto versi in giorni così)
al limite fra paradiso e inferno
con il vento tra i capelli
imperlo di voce
la mia nudità
(appunto versi tra le pietre)
nel deserto sumerico
con il compito di amare
al rendiconto di ogni tramonto
*
faccio di una sera arsenale di follia
di un silenzio baraonda di coscienza
ordito di terra che il vento muoverà
*
coraggio da brughiera fino a stordirmi
*
tetti bianchi come la nostra anima
cigolano silenzi
non sapevo di essere dentro
in un punto affilato del glicine prima di fiorire
*
sul crinale
la casa di pietre nude
il cancello arrugginito
i vicoli di pietrisco
la luce bianca sul tronco
un vento sulla nuca
il pianoforte muto
polvere sul ripiano
senza sfiorare la ringhiera
non so se sparire o restare
*
nubi da ogni parte
la parola rimbalza al tempo giusto
pietra anoressica
brandelli di fori nemici di foglie
si levano in alto
schegge di carni
anche dopo le parole
meglio sparire nel rosso del tramonto
in silenzio
rumori alle prime luci dell’alba
giorni frenetici scorrono
la vita ritorna
*
sapessi nel vento questo rumore
che fa sentire le cose
rumore del vivere
luce dischiusa nei cerchi infranti
dei frammenti dell’universo
ragione della vastità
a prescindere da una distanza
che ci separa
questo rumore parla d’amore
luce sulle tenebre.
*
niente di ciò che vede il giorno
svanirà per sempre
un pò del nostro sangue fluirà
nei filamenti di tutte le carni
*
rumori madidi di parole scritte
nel silenzio
sapori di terra e di vento
già lontani radono lenti
il nostro cammino
quando di notte le parole
di corsa in riva al mare
senza aver visto il mare
borbotteranno incessanti
d’improvviso
aprirò le palpebre e gocce
si leveranno in rugiada
nell’aria trasparente dell’inverno
limpide come spiriti
*
alito di silenzio
in suono
riporterà sulla sabbia
i fruscìi della risacca
*
fluttuono già per l’aria
come un dono
frammenti invadono distanze
segni di vene incise
*
strepito di silenzio nel transito
di una rivelazione
su disfasie di fuoco e neve
nelle prime luci
dell’alba
acrobata nel vento
con nubi di baccelli
su spartito di luce
*
per una voce che sfiora
le bacche
su arenile bianco
fluttuo disincantati giorni
*
radici di quercia ora
nutrono le ortiche
*
parole perdute ridisegnano cieli
margini di resa
disvelano il vero
su recinti di dolori
parole sradicate ridisegnano
respiri
se affondano gli occhi
nei sussurri
di urgenza primordiale
*
nascita crescita
naufragi che ci oscurano
spasmi di luna piena
c’è da dire che il giorno
accarezza
parole di perdizione
parole di salvezza
*
in questo mare inquieto
di gennaio
un rossore lancina carezze
pieghe intorpidite
stravolgono languori
non sanno abbuiare cieli
*
nebbie disossate
su crepe di ramarri
nidificano
al posto dei giorni azzurri
un bianco inverno
bussa tra gli ulivi
*
pietà per le parole in sogno
sfiorate da distanze
incrinature nella notte
incapaci di appartenenze
dal sapore di preghiera
pietà per le parole in nuce
antelunari ceppi e grumi
senza fragore
si destano al volo come amori
privi di certezze
*
pietà per le parole alte nel vento
fra steli che annunciano tempesta
fuochi erranti dell’ Etna
felci e gomiti a scavare
incidono in silenzio
ampie orme in qualche luogo
di anima a ritroso
*
pietà per le parole radici
sigillate da voce di terra
prima dell’alba
file nudo di pena
inizio di volo nell’abisso
esistere nel tempo
mantide solcata
dal sapore di ritrovarsi
*
fuori è inverno
nelle foglie del tempo
giorno nero di eclisse
nel giorno del massacro
pietà per chi leva alto
il grido di dolore
candele sull’altare
*
neve di occhi
slabbra il pensiero
mette a nudo un cuore
pone voce alla luce
sapore al calore
rimpianto al ritorno
voce all’inferno
abisso al tormento
sistole e diastole
ossessione di un ritmo
che invade ogni parola
nel silenzio di un verso
*
brivido di vita
groviglio di negazione
un tonfo sordo sui sassi
la neve scivola dal soffitto
senza intoppi
*
eppure speravo di avere il mare
dentro gli occhi
*
nodi di vene sul dorso
tante stagioni
*
imparo a contenermi
in un baleno
*
in questo mare inquieto
di gennaio
un rossore lancina carezze
pieghe intorpidite
stravolgono languori
non sanno di abbuiare cieli
*
nebbie disossate
su crepe di ramarri
nidificano
al posto dei giorni azzurri
un bianco inverno
bussa tra gli ulivi
*
nodi di vene sul dorso
tante stagioni
imparo a contenermi
in un baleno
eppure speravo di avere il mare
dentro gli occhi
*
sempre nuova l’alba
gioca a nascondino
dentro un cespuglio o una gronda
scrosci di acqua negli anfratti
sul fondo di mari silenziosi
per strade semideserte
*
brulichio di universi
fervore di magma
le sei
e all’angolo della strada
accensioni di fanali
con fretta
*
sempre nuova l’alba
ne odo passi e voce
in fondo
a corridoi di pietra
a pagine secche
a tempi sconnessi
a versi confusi
*
le sei e una nebbia ti strappa il cielo
scivola sul terrazzo indugia sui vetri
*
pozzo di luce
brilla su spada di bronzo
con fretta
lunghe dita tessono la luce
cenere investe la parola
nel tenero interno
una forza si dipana
germogli nel respiro
*
sempre nuova l’alba
migrante
maria allo
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