la pioggia in trentino
http://www.youtube.com/watch?v=1CZzCRSbKEI
la pioggia in trentino sa di bosco e di muffa di lago.
ha un odore limpido ed insidioso, come le nostre bocche e i nostri occhi quando soffriamo.
che a soffrire siamo bravi tutti quanti, ma quando c’è da mettere la freccia e superare la faccenda prende tutta un’altra piega.
il passato ti punge ogni volta ci passi le dita sopra. Come un coccio di vetro finissimo finito sottopelle.
e non c’è musica o sigaretta che ti possa tenere abbastanza compagnia. ci sei solo tu e il tuo boccone incastrato da qualche parte. a volte, per l’abitudine, credi di averlo mandato giù mentre è ancora lì piantato tra le pareti dello stomaco.
generalmente il corpo si adatta e una calotta callosa avvolge il nostro piccolo dramma personale. somatizzato con soddisfazione esso entra a far parte della nostra personale valanga spirituale, sperando di incrementare il numero di femori e rotule che riusciremo a frantumare lungo il nostro lungo e furioso cammino.
ho già perso troppo tempo con questo meccanismo di autoaccrescimento. ora so che devo tenere sempre qualcosa di acceso tra le labbra e una via d’uscita rapida e pronta all’uso nel caso le cose vadano male.
stasera tra il cliente saccente che mi parla di cavalieri templari e il tassista cocainomane che mi racconta per la tremilionesima volta di quando ha investito un tasso io vorrei solo sboccare sul pavimento un indigesta pasta al pesto e alimentare la mia personale valanga spirituale con un tocco di verde smeraldo. scrivo periodi troppo lunghi e mescolo campari bandito dal mio stomaco con l’amarezza dei giorni che non passano. shaker with paranoia e indigestione di sonnambulismo da prigionia. con notti a guardare dalle sbarre le luci immobili fino al mattino.
io sono certo delle rotule che mi sono lasciato indietro e so quello che ho pagato per esere chi sono ora.
sono certo dell’inchiostro delle mie pupille mentre ti guardo addormentata.
sono certo delle spalle uscite e poi rientrate e dei miei rari soli quando ho voglia di sorridere. la libertà di annoiarsi. ma soprattutto di poter scegliere in che direzione andare. e non solo attirati come tutti quanti verso il basso da una gravità che non lascia scampo. non posso più tenere la testa bassa.
e mentre penso questo il tassista è passato al suo pezzo forte; racconta di quando andava a ballare con trecento pastiglie nascoste nel volante. con un colpo di reni scivolo dall’indecisione e vado a vomitare, via a passo fiero verso il primo cesso che al giorno d’oggi bisogna sempre mantenersi freschi e sorridenti nel caso si incontri la donna della propria vita lungo il tragitto o il futuro sfruttatore di lavoro.
il sarcasmo è il mio forte penso mentre tiro l’acqua.
Utenti on-line
Ci sono attualmente 2 Users Online