rosa
Chi salverà
le gocce di cera
da mani che pensano,
chi da quelle tiepide
che scaldano la collera.
La rosa,
curva di carne
e legno.
E ancora, chi salverà
la traduzione
di ogni urlo solitario
attento solo allo spasimo.
Ci sarà la rosa
solco di carne
e legno .
E le mani,
porte di bosco del corpo,
salveranno l’estinzione
dei divari?
Si,
la rosa
supplica di vene
e legno.
E senza la crosta
che lascia l’acqua,
chi metterà in salvo
le pietre dal loro calco?
Non la rosa
diadema di legno
e ferita .
Metteremo in salvo
solo la presenza
chinata a raccogliere
il legno
e lo sbadiglio
della rosa.
giovanni milone
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