call for proposal

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Mettere, ritrovare o plasmare le proprie radici, strappare allo spazio il luogo che sarà vostro, costruire, piantare, appropriarsi, millimetro dopo millimetro, di una casa propria: appartenere interamente al proprio paese, sapere di essere delle Cevenne, diventare del Poitou. Oppure: avere solo i vestiti che si portano addosso, non conservare niente, vivere in albergo e cambiarlo spesso, e cambiare città, e cambiare paese; parlare e leggere indifferentemente quattro o cinque lingue; non sentirsi a casa propria in nessun luogo, ma bene quasi ovunque.
(Georges Perec, Espèces d’espaces. Edizione, Galilée, Paris, 1974; edizione italiana 1996, Specie di spazi, Bollati Boringhieri, Torino, p.110)

Non si tratta di fare un illusorio e elitario elogio del nomadismo, o una estetizzazione della diaspora. Si tratta piuttosto di riconoscere il fatto che qualunque costruzione culturale, compresa la nostra stessa identità, compresa la “nostra” modernità, è in transito ed è segnata dal movimento
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roots§routes a tale scopo lancia una Call for Proposal, invitando artisti e ricercatori a inviare proposte di contributi, partendo dal tema della rivista del quadrimestre seguente.

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