Marco Plebani
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Le bolle nere sul pavimento nero della palestra pallavolaia
non esistono più, permanenza nella capacità dell’uomo
a richiamo della coscienza
di nozioni del momento anteriore rispetto all’attuale.
Sugli avambracci a elevazione muscolo-scheletrica da rinforzo
in rinforzo acetato e il pelume.
Fregata la squadra più forte della provincia del capoluogo di provincia.
Una fotografia in tutto l’universo.
Mura rimaste nella rimembranza
da ristrutturazioni manomessa.
Le bolle nere sul pavimento nero della palestra non esistono più dalla pavimentazione verde.
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Morsa l’epidermide sopra l’osso frontale in cucina,
convivente,
torna tutto nelle rifiniture o nella ceramica di un pavimento insoddisfacente.
Occhi, divieto di cinque anni fa,
aumentata secrezione lacrimale dal Falerio-Passerina-vino da tavola qual è.
Calore in dispersione da ricarica.
L’ultimo giorno di scuola a colazione ad un certo punto ha detto: “Aheee, aheee, aheee” alla scolaresca allibita dall’ipotesi infondante.
Le espressioni di una religiosità interiorizzata
giustappostandosi sul letto nel sonno
del passaggio dal solstizio all’equinozio.
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Lontano dalla cucina, nella camera dal letto ternaria,
stipulato un patto d’eccezione
siglato dall’increspatura lieve delle due regioni laterali della faccia,
compresa tra il margine inferiore dell’orbita,
la linea d’impianto del naso,
la commessura delle labbra
e i margini inferiore e posteriore della mandibola
per visionare autotrasporti psichedelici su Youtube.
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Mentre tutti riwiwiwiwiwiwiwiwiwiwi wi sulle piattaforme -fi.
Con figlio nuova terra per capacità di ricaptazione di memorie.
In cintocinquanta metri quadrati di spazio per Super Tele milanista in sgonfiezza progrediente e convessa per due,
dopo decenni da cui.
Erba.
Porta di ferro una, l’altra legno.
L’Alfa 155 scivola sulla plastica
dello scivolo gialla senza morti e lo fa innumerevoli volte,
ma meno del rastrello rosso sull’erba uccisa.
Ricordo nuovo inviolato, ora,
padroni di stati di coscienza
di quanto sia stato avvertito come prodotto
da uno stimolo esterno o interno
nel regno a nocche congelate da riscaldo.
Ci avranno vicini irti giardini
di femmineo e tacito fogliame.
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Figlio.
Frutto cespitoso, caula breve dentro, con, su iridi di nocciola nera
che continuano rizomatosi, pubescenti, lo
incontri
un odore in rilevo,
dentro ridotta piramide nasale
sul piano meridiano della faccia.
La casa è areale di specie.
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Colori a cera dimenticati nei mesi iperborei,
impugnati con la destra a coltello squartaio,
senza motricità fine creano linee ondulate verbali
e punti silenziosi violentissimi.
Sulla griglia di carta riciclata
un’abrupta grammatica metafisica kandiskiana.
Un bambino non sa nulla della grammatica metafisica kandiskiana.
![](https://niederngasse.it/wp-content/uploads/2024/06/foto-mia-b-n-1.jpg)
Nota biografica:
Marco Plebani , (Jesi, 1978) è insegnante di lettere presso la Scuola Media “Enrico Fermi” di Macerata (MC).
Libri editi: “Un giorno qualsiasi” (Ed. OTMA, Milano, 2011), “Decimo Dan” (Ed. La Gru, Latina, 2022).
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