Vito Bonito
scatola cranica
(a cappella)
scatola cranica è un dische – un pensiere d’amore – per tei per tei
scatola cranica è un’ossessione partorita dalla più stupefacente
assunzione di solitudine fecale e anche no
scatola cranica non è un progetto di scrittura
è un progetto di vita terminale
di sfrenato ascetismo (tantrico e quantrico) – è il nord assoluto
la ‘e’ de i ricchi e poveri
scatola cranica è miniàs logos eschatòn
e il don… don… e mi dicono dormi! mi cantano dormi!
sussurrano dormi! bisbigliano dormi!
scatola cranica è i forni – gli ossi cuneiformi
scatola cranica è la mia non a mia conoscenza
ultima tauromachia
quella di quando non hai più la gomma per cancellare
ma puoi parlare alle parole e ai disegnini
e loro si cancellano
scatola cranica è una non dormienza da quando ho 4 anni –
ma soprattutto balisticamente la gamba sinistra
il verbo essere per scatola cranica non ha senso
scatola cranica – finché il sole
risplenderà su le sciagure umane
Nota biografica:
vito m. bonito ha pubblicato in poesia: di non sapere infine a memoria (L'arcolaio, 2021); papaveri per niente (Derbauch, 2020); fabula rasa (Oèdipus, 2018); Soffiati via (Il Ponte del Sale, 2015 - Premio Pagliarani 2015); Fioritura del sangue (Perrone, 2010), La vita inferiore (Donzelli, 2004), Campo degli orfani (Book, 2000), A distanza di neve (Book, 1997).
Ha scritto saggi sulla letteratura barocca, su Pascoli, sulla poesia contemporanea, su Beckett, Artaud, sulla Societas Raffaello Sanzio, sul cinema di Aristakisjan, Herzog, Korine, Noè.
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