È il 1812, una sera di marzo

a cura di Laura Bentivoglio

E’ il 1812, una sera di marzo. Un’esile scrittrice ventisettenne sulle prime respinge le attenzioni di un poeta al momento famoso a causa dei suoi aristocratici eccessi, e che apertamente definisce come “pazzo, cattivo e pericoloso”; in seguito la loro relazione è sulla bocca di tutti i londinesi: i due passano il tempo a denigrarsi pubblicamente e nel contempo a promettersi amore per i mesi successivi. Quando George Gordon Byron decide di rompere, il marito spedisce l’affranta e desolata Lady Caroline Ponsonby Lamb in Irlanda, la quale però non si dà per vinta: per tutta la durata dell’esilio, lei e Lord Byron corrispondono incessantemente. Si scrivono poesie, ciascuno nello stile dell’altro, l’uno per l’altra, incorporando palesi messaggi personali nei loro versi.
Quando Caroline fa ritorno a Londra nel 1813, Byron le confessa che non ha alcuna intenzione di riavviare il rapporto. Ciò spinge Lady Caroline ad ossessionare Byron al punto da introdursi furtivamente nella sua casa per scrivere “Ricordati di me!” sul risvolto di un libro che stava sulla scrivania. Lui le risponde con i versi più odiosi che siano mai stati scritti: “Ricordati di te! […] Pure tuo marito dovrebbe ricordarsi di te! Non sarai dimenticata, tu falsa con lui, demonio con me!”

Lettera: Duncan Wu, “Appropriating Byron: Lady Caroline Lamb’s A New Canto.”; Trad. L.B.

Di sottofondo: Phaeleh, Afterglow (Afterglo, 2011)