Tra Orfeo Vecchi e Luca Marenzio (I)

Brevi riflessioni sulla musica antica in Italia

a cura di Guido Michelone

La recente uscita del disco Six-voice Motets di Orfeo Vecchi (ca. 1551-1603) per l’etichetta Dynamic consente la conoscenza di un grande musicista e di apprezzare l’esecuzione della Cappella Musicale Eusebiana (con Carlo Montalenti all’organo) diretta dal musicista musicologo Don Denis Silano, il sacerdote che da circa un decennio si prodiga a diffondere la musica sacra antica.

Infatti Six-voice Motets, come spiega Silano, è anzitutto un omaggio a un grande musicista del XVI secolo, probabilmente milanese di nascita (ma non è del tutto certo), ma tutto vercellese di formazione, giacché studia al Collegio degli Innocenti di Vercelli, sotto la guida dei maestri franco-fiamminghi e italiani attivi nella cattedrale di sant’Eusebio in quel periodo. Agli inizi degli anni Ottanta del XVI secolo Vecchi , diviene cantore beneficiato della basilica eusebiana, maestro di cappella e maestro dei chiantri. Si trasferisce poi a Milano alla fine del 1585 e lì mantiene il posto di maestro di cappella nella prestigiosa chiesa di Santa Maria della Scala, fino alla morte.

La raccolta che è l’oggetto della registrazione è il Terzo libro dei mottetti a sei voci (Motectorum sex vocibus liber tertius, edito a Milano nel 1598), un’opera sontuosa e raffinata, collocabile nella fase finale della vita del maestro (verrà ristampata in Francia proprio nell’anno della sua morte), l’autore di musica sacra che meglio di tutti incarna gli ideali borromaici.

Nel lavoro di recupero e valorizzazione dei grandi maestri attivi a Vercelli tra Cinque e Settecento che Silano intraprende da una decina d’anni, non può dunque mancare uno spazio per un musicista oggi da rivalutare, ma sebbene presente nelle più importanti antologie di musica sacra seicentesche, sia nell’Europa del Nord, che dell’Est.

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