Arya di Nicole Rossi

Una ragazza per cambiare il mondo?

a cura di Guido Michelone

 Su questo nuovo romanzo italiano occorrono almeno tre riflessioni, benché si possa subito anticipare un giudizio positivo sul fatto che esso rappresenti una visione – magari parziale, comunque sinceramente incredibile – dell’attuale universo giovanilista (in particolare dall’ottica femminile).

Detto questo, la prima riflessione concerne l’editoria nazionale, spinta, negli ultimi tempi (su modelli stranieri) a pubblicare libri di personaggi già famosi in rete e sui social: in questo caso la notorietà di Nicole Rossi inizia anche prima, grazie ai due reality televisivi Il collegio e Pechino Express, dove la TV di Stato dà spazio alla tipica ragazza degli alternativi romani, che saranno poi ripresi e descritti nell’intero romanzo.

La seconda riflessione attiene quindi al lavoro dell’Autrice, in grado, a soli vent’anni, di esprimersi con un testo d’attualità, dove vengono spiegate sia la nuova politica, sia la fragilità giovanile, che vengono fuse insieme nella vicenda della protagonista; si tratta perciò di narrativa in piena regola, con le tipiche regole affabulatorie, benché talvolta contraddette da un linguaggio gergale, rivelatore sia di ovvietà sia di freschezza, dove, a loro volta, forma e contenuto risultano di facile gestione da parte di una scrittrice consapevole di padroneggiare un argomento scomodo.

E in tal senso – terza e ultima riflessione – la scomodità viene tutta riservata ad Arya, una figura che resta come stampata nella memoria: aldilà del dato autobiografico (forse più o meno presente), la protagonista è il ritratto del disagio contemporaneo e della condizione femminista post adolescenziale; Arya infatti indossa le vesti di una ragazza via via antipatica, combattiva, saccente, testarda, individualista, libera, che da sola vorrebbe cambiare il mondo, in quanto ingiusto, riedificandolo, però, a propria immagine, senza una coscienza veramente critica nei rapporti con gli altri.

A lettura ultimata, il tentativo di rivoluzione solipsistica di Arya rammenta gli sforzi velleitari, da Che Guevara a Pol Pot, di capipopolo senza un vero seguito, la cui lotta è destinata al sacrificio nel primo caso, o alla dittatura nel secondo, o ancora a qualcosa di imprevisto e imprevedibile; brava, in conclusione Nicole Rossi, alla quale si consiglia meno Trono di spade e più Marx o Majakovkij, sperando che nulla abbia a che fare con la mostruosa creatura immaginata.

Cfr-: Rossi Nicole, Arya, Sperling&Kupfer, Milano 2022, pagine 215, euro 18,90.