Recensioni
‘Diverse storie eterne’
A proposito dell’album Eternal Stories di Michel Portal
Per capire l’importanza, la novità e la bellezza di quest’album occorre ricordare che il leader, l’ottantaduenne francese Michel Portal è un pluristrumentista (sassofoni e clarinetti i preferiti) forgiatosi alla scuola esigente della musica classica del periodo postbellico. Fin da giovane si divide fra l’esecutore raffinato (specialista di Mozart e di Schumann) e il jazzman militante che s’ispira alla rivolta free e alla libera improvvisazione (anche grazie al proprio gruppo chiamato Unit particolarmente attivo negli anni Settanta). Solista privilegiato dai grandi autori sperimentali (Boulez, Stockhausen, Berio) ed egli stesso ‘compositore’, Portal resta impossibile a definirsi attraverso un solo genere, un solo stile, un solo linguaggio, perché da sempre affronta la musica come lo spazio intimo per una sfida epocale, mettendosi di continuo in discussione ed evitando ovunque e comunque di ripetersi. Adesso per Michel c’è la ‘gara’ con il Quatuor Ebene, un gruppo che di recente il ‘New York Times’ descrive come un quartetto classico che si trasforma facilmente in un combo jazz, anche quando le rinomate esecuzioni di Brahms o di Schubert vengono apprezzate in tutto il mondo. Portal e gli Ebène iniziano a prodursi in concerto a Parigi nel 2013 nel novero di un progetto per il Festival Jazz “St Germain Des Près” nel quartiere latino, con una rilettura di Piazzolla in programma, che il quotidiano Le Monde definisce come un’importante lezione, un incontro favoloso, una vera conversazione. Da qui a Eternal Stories il passo è breve: e questo potrebbe addirittura risultare uno dei migliori album mai registrati da Michel nel corso di una carriera strabiliante anche a livello discografico. Ascoltando brano dopo brano (dodici in tutto, ripartiti tra cover e original) forse Portal potrebbe aver pensato a Charlie Parker che, nel 1949, sia pur diversamente da quanto immaginato (Bird avrebbe voluto addirittura collaborare con Igor Stravinskij o Edgar Varèse) arriva a firmare un album di fatto per sax alto e orchestra d’archi. Con il leader ai fiati e al bandonéon, si trovano i jazzisti Richard Héry (percussioni), Xavier Tribolet (tastiere) e il Quatuor Pierre Colombet e Gabriel Le Magadure (violini), Adrien Boisseau (viola), Raphaël Merlin (violoncello). Registrato a Parigi dall’8 al’11novembre 2016 il CD comprende dodici brani: in ordine alfaberico Anxiety, Asleep, City Birds, Elucubration, Eternal Story, Five Tango Sensations, Judy Garland, L’Abandonite, Le Corbillon, Loving, Plus l’temps, Solitudes. Forse Michel Portal cerca davvero, attraverso la musica, ‘diverse musiche eterne’, come pare suggerire il titolo: fatto sta che questa, per il momento, è musica del presente che gioca comune assai bene sula dialettica tra passato, presente e magari anche futuro.
Guido Michelone
Cfr.: Portal Michel & Quatuor Ebene, Eternal Stories (Erato, 2017)
Utenti on-line
Ci sono attualmente 5 Users Online