Durs Grünbein – Wim Wenders

Durs GrünbeinWim Wenders
È ora di essere elegiaci, non amari. 

da ZONA GRIGIA, MATTINA

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Dinosaur and family, Mojave desert, California 1983

tristezza da
iguane allo zoo o da cassa di frutti
tropicali, di banane, già marce.

*

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Country fair, on the way from San Francisco to Napa Valley 1978

pag. 17 A metà partita, Durs Grünbein
l’idea bella 
che sia maschile
pisciare nei lavandini
e poi sciacquarsi

«futuro» è
già dire troppo, un paio di settimane
in anticipo

*

Dieci ore davanti a un muro giallo 
sono rimasto, prenotato – non ritirato, 
giochino solitario per un ordine
che non aveva nessuno per giocare.

*

da LEZIONE SULLA BASE CRANICA

stanco dei cieli vuoti, gola muta,
obbedisce alla prima cosa che viene e lo pensa
Il cane di Cartesio
*

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New York, November 8, 2001, IV 

Partite a scacchi per passare il tempo, tutti campioni. 

Si fumava di fretta, scettici, fra le battute.

Si educava con le botte, le fiabe, le menzogne,
il risultato era: filosofi, o tanti clowns per cattiveria.

Spesso la notte era una gran festa. Si faceva mucchio.
Una sveltina in cantina, per riscaldarsi.

*

da TRAPPOLE E PIEGHE

L’ombelico rammenta il filo, la voglia
di troncarlo che le Parche 
hanno sin dall’inizio.

*

E infatti, che significa infanzia

odore
di latte vomitato, il complotto
di grandi corpi che ti nutrono e soffocano,
nuvole immani dell’isteria, dentro cui
s’imparava a camminare e a difendersi.

*

tombe
Indian Cemetery in Montana 2000

Che l’amore rende più soli pareva
assodato.

Quasi mai
c’erano illesi. Un dolore cercava anzi rifugio
nell’altro. Essere abbandonati era dei mali 
il peggiore e non sentire più niente 
in primavera

*

da NOTTE DICHIARATA

Chi nuotava contro la
corrente umana
o era innamorato. O ubriaco fradicio perciò spacciato
se finiva in mano alla pattuglia.

consorteria.
L’angelo sotto vetro, i fichi dolci nel libro, tutto
divenne astratto.

*

western
‘Western World Development’, near four corners, California 1986

Restare imprevedibili, era questo.
*

La lingua vive, succhia sangue fresco. La bocca sola
invecchia.
E pareti di libri le si chiudono intorno.

*

da STROFE PER DOPODOMANI

Vocis imago

Il suono della pioggia, familiare sin dall’infanzia,
a me più caro d’ogni suono umano.
lo so bene perché fanno le case
ma è all’aperto che si ride. 

Immagine di voce che sei, eco fresca
di lingue prime dal fruscio dei boschi.
*

nomi
 Joshua and John (behind), Odessa, Texas 1983

Il poeta in Berlino. Transit Berlin.
Ogni futuro lascia fredda la città fresca sposa, rovinata.
Qui ci si può dileguare, impigrire, invecchiare a buon prezzo. 

*

La miopia ci fantastica sopra.
*

La fioritura dei ciliegi oggi, sul Bayerischer Platz,
sconvolgente il bianco e il rosa, quasi giapponesi

Ma oggi c’è la fioritura che ti affonda in una schiuma
non appena emergi dalla fonda frescura del metrò.

*

quercia
quercia a Villa Panza

Degli stati vitali quello più estremo è il sonno,
viene di striscio, non si nota e passa.

Estremo: nel sonno lotti come Don Chisciotte
con i suoi sogni finché il corpo tace.

Vorrei conoscere quante posizioni prendi nel sonno
Feto, crocifisso, o Laocoonte, o Shiva.
*

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Lounge paintings #1, Gila Bend, Arizona 1983

Alcune fotografie sono film.
Nel salone l’inquadratura
si stringe sul quadro sopra al distributore
di bottiglie di Coca Cola e al divano rosso. 
Nella sequenza successiva 
ci sei tu, mentre guidi.
Un cinema diurno, un caffè aperto la notte,
una biglietteria.
*

da POESIE D’AMORE

Nel fiordo 

Una volta, in Norvegia, a pesca di salmoni, è accaduto
un prodigio, lui diceva. Veniva scuro e io stavo solo
al margine di un fiordo, su una roccia sporgente, sotto di me
le acque fonde, nere nella chiara luce del Nord.
Ed ecco udii un gemito che non dimentico. Una creatura
gigante penetrava sbuffando come un treno nella fortezza. 
Una balena, era una balena! 
Come il convitato di pietra mozartiano
incombeva già da miglia e miglia, entrava nelle ossa. 
E la parete di roccia mi rimandava l’ansito. 
Era una nuotatrice, venuta di lontano, ma le mancava il fiato. 
Si percepiva: si era smarrita, era nella trappola,
sbatteva qua e là il suo siluro, peso di tonnellate. 
Fino a oggi il rumore mi perseguita: è il gioco
dell’amore, la sua acustica,
e a volte vedevo quella balena, appena ero dentro. 
*

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porta a Villa Panza

Testi tratti da:
A metà partita, Durs Grünbein, a cura di Anna Maria Carpi, Giulio Einaudi Editore 2011
Strofe per dopodomani, Durs Grünbein, a cura di Anna Maria Carpi, Giulio Einaudi Editore 2011

Immagini Furtivisme:
Wim Wenders. America.
Villa e collezione Panza, Varese. 
http://www.wimwendersvillapanza.it/

AMERICA, Wim Wenders, , a cura di Anna Bernardini, Silvana Editoriale 2015

note e fotografie Paola Silvia Dolci