Approfondimenti
El “go”
Il Go è uno dei grandi giochi tradizionali dell’umanità.
Nato in Cina intorno al 740 d.C. si diffuse in Giappone e successivamente in Corea e nel resto dell’estremo oriente. Nell’800 iniziò ad essere conosciuto anche in occidente.
Gioco per due giocatori, bianco e nero, caratterizzato da regole molto semplici ma che danno origine ad una strategia sorprendentemente complessa. La tavola da gioco (goban) è un reticolo di 19 righe orizzontali e 19 righe verticali, che si intersecano in 361 incroci. Come il mondo all’inizio dei tempi, la partita comincia col goban vuoto. I due giocatori depongono a turno le loro pedine (pietre) su un qualsiasi incrocio libero del reticolo, dando il via alla corsa: le pietre sono i posti di frontiera e non possono più essere mosse una volta collocate.
Nonostante la staticità delle pietre, il Go è un gioco dinamico e le fasi della partita rispecchiano l’andamento di un combattimento su larga scala. Si parte con il consolidamento delle basi per poi espandersi, ci sono battaglie, accerchiamenti e catture, scambi di territorio, invasioni e ritirate, astuzie tattiche e decisioni strategiche, fino al consolidamento finale.
Il vincitore non è chi ha annientato l’avversario. Semplicemente, vince chi è riuscito a formare territori più ampi. Il Go è infatti un gioco che premia l’equilibrio e chi si sbilancia cercando la pura distruzione dell’avversario o chi pretende troppo da una posizione, dovrà poi pagare un prezzo più alto in altre zone del goban, compromettendo la partita.
Nel Go esiste ancora un certo spazio lasciato all’intuizione del giocatore.
Su gentile concessione del Signor Beppe Ratti,
da La Cifra, J.L. Borges
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