Fabio Teti da: amputectura (saggi brevi su carta oleata) 2017

Fabio Teti da: amputectura (saggi brevi su carta oleata) 2017

nel centro esatto di un’amnesia di massa, chiamata io, con l’illusione della scelta, 
con la distanza duplicata, della gittata e della digitazione, in recessi della rete consacrati 
alla pornografia militare, senza una sindrome con cui tornare, del seme urente per esempio, 
fra mummie obese, sebacee, nella diplopica, impensata, continuità tra le parole del potere 
e le parole nostre iscritte, o pronunciate, senza parafrasi, con la pleurite, 
con l’enfisema nel costato di per caso vegeto, e costorico, senza la casa 
efficiente, con la causa sgomberata, nel quasi ciano di un’eterodidassi dettata 
da lampi globulari, cumulonembi infesti, con scintillante lo scotoma, con un progetto
di futuro spinto al fine settimana, fino a una frase sinistra, dicevo, situata, 
nonostante sia allegorica, sedimentaria, la stesura dei lateroscatti, 
ingurgitati là dal vetro da un insonne, geco panottico, immaginario, 
senza che esista un lato giusto dello schermo

8

con una serie di suffissazioni in -mente, in -cidio, e condizionali nei minuti
prima del turno e in quelli dopo quanto e come ci si è pagati la paga, con le occhiaie
ficcate negli ocra, bacheca, delle ceppaie, mentre ogni atto singolare di visione è trasformato, 
in plusvalore, in un ronzio sopra la testa, chiamato drone, coi piedi al caldo, dice, a casa, 
mentre un potere non esposto scaglia effetti, capacità, in ogni parte del pianeta, 
lungo l’intera settimana eufemistica, coi mitocondri terminali, le otarde in terra,
schiantate, per la tempesta solare attraversata, nel sogno o incubo di un altro, 
col vento forte fra le yurte, con il latte di cammella rovesciato, fino a che senza 
speranza non sia la realtà ma il sapere che l’appropria come schema, e la perpetua,
per istruzione o mimèsi, con la tortura in un intorto, scurito, fittone di paura e squallore, 
mentre il visibile non satura il dicibile, e viceversa, 
se è rideposta un’ovoteca nel buio, della redistribuzione 

Fabio Teti, Castel di Sangro, 1985. Ha pubblicato b t w b h – frasi per la redistribuzione del sensibile, La Camera Verde, Roma, 2013; spazio di destot, dia·foria, Viareggio, 2015; sotto peggiori paragrafi, in ex.it 2013 – materiali fuori contesto, Tielleci, Colorno, 2013.