Il nuovo Marco Polo di Gianluca Barbera

a cura di Guido Michelone

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A passare in rassegna la critica letteraria degli ultimi mesi, si scopre che, tra gli autori italiani meglio considerati a livello di narrativa, c’è Gianluca Barbera, cinquantacinque anni, reggiano (ma senese d’adozione), che, grazie a due testi speculari come Magellano (2018) e Marco Polo (2019) sta rivoluzionando l’idea e la prassi del romanzo storico, un genere di cui l’Italia può andare fiera soprattutto pensando alle proprie origini, tra I promessi sposi, I Lombardi alle prime crociate, Le confessioni di un italiano. Tuttavia il lavoro che svolge Barbera, rispetto a un nobile passato, potrebbe definirsi postmoderno e metalinguistico, nel senso che le vicende esposte, con piglio quasi epico e al contempo smitizzante, vengono riprese dai testi dell’epoca, ovvero il Diario di bordo di Antonio Pigafetta e Il Milione per Marco Polo; ma i documenti originali, da semplici resoconti, vengono trasformati da Barbera in autentica fiction, proprio grazie al gusto dell’affabulazione che, nel caso del Marco Polo, fa sì che le 190 pagine del libro risultino una sequela ininterrotta di eventi e curiosità, senza dare al lettore la minima tregua, con un incalzare dei racconti sorprendente, anche per la dovizia dei particolari storici e delle informazioni verificate. L’autore perciò immagina Marco Polo ormai invecchiato, ma famoso e richiesto nelle corti di mezza Europa, dove vogliono sentire da lui il resoconto dei 24 anni di vita orientale, da quando, giovanissimo, insieme al padre e allo zio, parte da Venezia alla volta della Cina via terra, arrivando nel Kataj presso il Regno del Kubilaj Khan. Quest’ultimo accoglie i tre con tutti gli onori, stipulando vantaggiosi affari per entrambe le parti e affidando al ragazzo (da lui ritenuto intelligente, colto e perspicace) una serie di azioni diplomatiche, quale consigliere e ambasciatore. Tornato in patria, Marco Polo combatte per Venezia contro la repubblica marinara di Genova, ma viene arrestato e durante i molti anni di carcere detta al compagno di cella Rustichello da Pisa il resoconto esaustivo delle proprie avventure esotiche che, una volta libero, verranno pubblicate in lingua francese, rendendo, sia il giovane viaggiatore sia la lunga marcia Venezia-Cina, rispettivamente un personaggio e un’impresa da ammirare in tutto il mondo. Nel libro, infine, Barbera fa di Marco Polo il nuovo eroe moderno, in grado di smitizzare le credenze e le superstizioni (che lo insidiano a ogni angolo) con il ragionamento e la razionalità, benché la tentazione, una volta tornato in un occidente non certo migliore di talune civiltà asiatiche, di mescolare le carte, fino a inventarsi episodi o figure di sana pianta, sia grande, restando ancor oggi un mistero che nemmeno lo stesso Barbera vuole risolvere, abbandonandosi, come i propri lettori, al gusto della sorpresa.

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Cfr.: Barbera Gianluca, Marco Polo, Castelvecchi, Roma, 2019, pagine 190, € 17,50.