Interviste
Alfonso Lentini
CARTONE, FACCIATA
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Se non hai niente da aggiungere, aggiungi. Se non hai niente da mangiare, mangia. Se non hai più memoria, ricorda. Se non hai più strada, cammina. Se non hai occhi, guarda. Se non hai mani, carezza. Se non hai niente da scrivere, scrivi. Ogni camera diventerà un mazzo di fiori. Le betulle qui davanti si trasformeranno in fenicotteri. Uova giganti compariranno sotto le tue coperte. E tu, mia cara, partorirai mille spade.
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Se scrivi una parola poi io la devo leggere tutta, fai piano con le parole. Certi uccelli, che sono come i bambini e vedono quello che noi non riusciamo neppure a immaginare, adocchiano le bolle d’aria degli stagni e insieme ai miliardi di batteri vi scoprono altri segni allarmanti. Perché, vedi, ogni bolla contiene una parola, ogni parola altre parole. E ogni parola contiene poi una bolla. Perciò gli uccelli picchiano a capofitto e vi si avventano. Perciò, attento a scrivere parole. Che poi.
lettura da Noi siamo i lupopesci, pièdimosca ed., 2023
Alfonso Lentini (Favara, 1951) si è formato nel clima delle neoavanguardie siciliane degli anni settanta. Vive a Belluno dove costruisce scritture, arte visiva e ricerche verbovisuali. Fra i suoi libri recenti: Tre lune in attesa (Formebrevi 2018) Le professoresse meccaniche (Graphofeel 2019), Noi siamo i lupopesci (pièdimosca 2023). Ha pubblicato anche con esoeditori come Pulcinoelefante, Fuocofuochino, Babbomorto, Mimima.poesia. Collabora con riviste cartacee e online fra cui Il Cucchiaio nell’Orecchio, multiperso, Niederngasse.
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