L’amore ai tempi di Batman La ristampa del romanzo di Massimiliano Parente

a cura di Guido Michelone 

 

L’apparente complessa vicenda di Water Moschino, dal buffo titolo, ė narrata in prima persona con qualche flashback strategico e con molti rimandi autoreferenziali. Raccontando ora la trama, secondo un asse temporale, il protagonista è un énfant prodige, o meglio il giovanissimo personaggio di una sitcom televisiva che lo proietta nell’empireo del divismo minorile, salvo poi farlo sprofondare nell’anonimato, salvo un recente breve sussulto di notorietà dentro i programmi che, sul video, commemorano gli ‘ex famosi’. La fama da piccolo è guastata da un incidente mortale dei due genitori, che gli lasciano una cospicua eredità e al contempo un forte senso di frustrante apatia Per molti versi l’esistenza di Walter Moschino si blocca alla pubertà e all’adolescenza, giacché il resto della vita risulta da lui trascorso senza Laura e senza lavoro, ma con una rendita che gli permette di togliersi l’unico reale e sfizietto dei propri ventitré anni tormentati: giocare alla PlayStation.

Per il resto, i giorni trascorrono lenti, pigri e indolenti, a meditare grazie a un’altra passione minimale (l’astrofisica), sul senso della morte nonché della fine del mondo e dell’universo. L’unica magra consolazione del giovane disilluso – quasi una sorta di postmoderno ‘uomo senza qualità’ alla Robert Musil – resta l’amore platonico, ma sconsiderato, per Shasha Grey attrice dedicatasi giovanissima al cinema porno estremo, ma ben presto liberatasene per tentare il successo quale dj e scrittrice. Le vere avventure per Walter Moschino arrivano quando scopre, in un parco abbandonato a Cinecittà, il costume da Batman appartenuto a Michael Keaton, già interprete a Hollywood del supereroe in un film celeberrimo.

Indossando i panni dell’uomo-pipistrello, il ragazzo ne assume anche il credo per così dire ideologico, ripromettendosi di vendicare i soprusi non tanto subiti dall’intera umanità (come nell’originale), ma solo quelli marchiati sulla propria pelle; ed ecco che, con fare maldestro, si accanisce contro una fidanzata attricetta (rea di tradimento con un produttore), e via via con Renato Zero, con un falso sosia, con un padre di famiglia, con la vecchia prof di italiano, finché gli amici decidono con lui di costruire nella sontuosa villa una discoteca in stile batmaniano, per sviare i sospetti da parte dei media sempre più curiosi del fenomeno misterioso e ridondante; e a sorpresa, per l’inaugurazione del locale, Walter Moschino si trova di fronte a’un invitata imprevista (e per lui imprevedibile), l’autentica Sasha Grey, verso la quale non gli riesce che una figuraccia.

Quasi per risarcire a lei questo momento di una assurda debolezza, il protagonista compie forse l’atto più trasgressivo dell’intero romanzo: rapire l’ex pornostar e, legata-imbavagliata,-chiusa nel bagagliaio dell’auto, condurla da Milano alla casa di vacanza in Toscana. A questo punto, come finisce tra lui e lei, fra un innamorato pazzo e naturalmente una donna indifesa, non va rivelato, per lasciare al lettore il gusto della sorpresa, un gusto che trapela a ogni pagina, quasi a ogni riga, grazie alla prosa brillante, funambolica futuristicheggiante, di uno scrittore di razza, capace di proposito di mutare il regista all’improvviso, con una gamma espressiva che tocca l’alto, il basso e medio della lingua italiana, passando dal tragico alla commedia, dal trash al pulp, dal filosofico al realista in un batter d’occhio o di penna.

Oltre tratteggiare alla perfezione il primattore – che forse metaforizza anche la gioventù contemporanea – l’autore scrive pure un romanzo corale, grazie a comprimari che s’imprimono nella memoria (la psicanalista Alice, il maggiordomo Ernesto, il cane Stephen Hawking, il trio di compagnoni), benché, dal punto di vista di fabula e intreccio tutti quasi meccanicamente al servizio di Walter Moschino. Sembrerebbe, poi, a tratti, quasi un romanzo autobiografico, nel senso che – stando a quanto riportato dalle cronache in altri frangenti – Massimiliano Parente appare uguale al Batman letterario oppure vien da pensare che ragioni o agisca come lui, talmente forte, magniloquente, dannunziana è, nelle pieghe del libro, la dialettica arte/vita, oggetto/soggetto, dentro/fuori, realtà/finzione, vero/falso, per un romanzo che prosegue assai bene quanto anticipato dalla beat generation o dagli italici cannibali rispettivamente 70 e 25 anni fa.

Parente-massimiliano

Cfr.: Parente Massimiliano, L’amore al tempo di Batman, La Nave di Teseo, Milano 2022 (2016).