L’ANDROGINO

3.

I.

Millenni fa uomodonna eravamo
le Ginevrine nella credenza
del buon senso maschile/femminile.
Zucchero a colori rosa e azzurro
indifferenti però, sospesi efebici.
Al supermercato andavi con le piume
sulle spalle dritte – ingredienti
“una tira l’altra” mentre fuori
impera il Niente e noi a ridere.
Con le ciglia finte lunghe un metro
a sedurre il Tempo che no, lo sai
non torna mai indietro.

1.

2.


* esistere mercurialmente è vivere nel paradosso, collegare gli opposti in anima libera. L’ambivalenza è naturale, dice Hillman, è la reazione adeguata dell’intera psiche di fronte a queste “verità complete” che sono i simboli.

** essere consapevoli dell’androgino è una necessità, pena il martirio, la carestia d’amore, la morte.

*** AMO mio fratello. Voglio crociate e martirio – scrive Anaïs. Fratello e sorella confusi, mescolati in un’unione senza orgasmo e senza radici, come nei pesci; immobili, intrappolati in un mondo dove “ogni cosa andava in rovina. Il sole era stato inchiodato sul tetto del cielo e la luna era stata immersa profondamente nella sua nicchia orientale. (A. Nin – La casa dell’incesto)

II.

Luna e Sole + Sole e Luna
un amor che suona in loop
il moto velenoso reiterato 
ballerini al banchetto del Re.
In cattività eterna Uno Una
sulla pelle tirannico mood
che regalo m’hai portato
son Crono il despota per te.

Uccidimi ritagliami spezza
il pane bevi il vino mangia
quel che non conosci fino
all’ultimo boccone prendi
coscienza della tua razza
di creatura che oggi cangia
colore su colore al mattino
l’alba che in anima accendi.

**** fissità per l’inconsapevole sostanza ermafrodita, fluidità e dinamismo per l’androgino cosciente, evoluto dalla materia inerte, operazione d’alchimista che spezza il dominio di Crono-Saturno e porta il senso alla pienezza.

Dottoressa Valeria Bianchi Mian | cartelle cliniche archetipiche immaginali