Lettere d’amore di un eccentrico: Fusco vs Maudente

a cura di Guido Michelone

Domanda: si può scrivere un libro attorno a sette missive, perlopiù striminzite e in apparenza banalotte o superficiali, come quelle che in genere il moroso invia alla fidanzatina nel pieno del ‘discorso amoroso’? Risposta: ebbene sì, quando a redigere il libro è un critico e giornalista della caratura di Dario Biagi (autore ad esempio dei volumi L’incantatore e Il Dio di carta) e quando gli interlocutori sono personaggi del calibro di Gian Carlo Fusco (1915-1984) e Floriana Maudente (1920-2002). Morale della favola: la singolare operazione di amplissimo respiro letterario, oltre a informare su ulteriori aspetti delle vite private di due protagonisti della cultura italiana postbellica, sta anche a dimostrare come con ‘poco’ si possa dire ‘molto’, se il biografo è profondo e informato e soprattutto in possesso di un metodo storico-critico che gli consente di spaziare sulla società dell’epoca, in particolare durante quegli anni Sessanta che vedono sorgere e sfiorire in breve tempo il ‘folle’ amore tra Fusco e la Maudente. Magari proprio di ‘folle’ non vi è nulla, perché non esiste la verifica della controparte, nel senso che le lettere spedite da Gian Carlo, tra il 13 luglio 1962 e il 15 luglio 1963, non trovano un riscontro cartaceo (stante l’odierna situazione) da parte di Floriana. Semmai si può disquisire di ‘eccentrico’ amore, come viene definito il mittente da Biagi, benché la destinaria sia in un certo qual modo ‘partecipe’ alle stramberie dell’amato, visto l’anno trascorso insieme, quale coppia trend, nel bel mezzo dell’allora intellighenzia tricolore, nonostante l’autoemarginarsi di entrambi rispetto alla ‘dolce vita’ più volgare, chiassosa, superficiale di quei primi ‘favolosi’ Sixties. Le lettere, come detto all’inizio, rivelano poco del rapporto sentimentale, tranne ovviamente le strabordanti dichiarazioni, da innamorato pazzo, di un uomo e un artista da sempre abituato a eccessi e stravaganze di ogni tipo; l’epistolario, nell’insieme, però esterna sia il di lui disagio verso Roma sia un’intensa attività lavorativa, ora impegnato nel mondo del cinema, per guadagnarsi la pagnotta. Ma Biagi è abilissimo a narrare quanto gira intorno a loro in quell’Italietta – troppo provinciale da un lato, molto snob dall’altro – che, in fondo, non sa valorizzare appieno il lavoro di entrambi, i quali a loro volta – lui gradasso, lei riservata – oppongono inconsce resistenze alle loro carriere. Ne fuoriesce il ritratto non solo di due amanti, ma persino il quadro di una Nazione, a cavallo di due estati, entro le quali scorre il tran tran anche faticoso di due intellettuali, giornalisti per caso o per bisogna, di fatto romanziere lui e organizzatrice lei, entrambi comunque pronti a dare il meglio di sé pure attraverso cronache mondane o puntuali interviste a figure illustri del cinema, della letteratura, dello sport, del teatro. Alla fine Lettere d’amore di un eccentrico. Epistolario tra Gian Carlo Fusco e Floriana Maudente risulta un libro che invita ad approfondire l’opera scritta di entrambi, nonostante le enormi differenze di trattamenti oggi riservati all’uno e all’altra. Da un lato infatti per Fusco esistono diversi studi (tra cui la definitiva biografia redatta dallo stesso Biagi), parecchie ristampe dei libri minori e maggiori, nonché edizioni di inediti, dall’altro la Maudente dev’essere ancora riscomperta, colmando il vuoto magari con una bella monografia accompagnata a una raccolta dei suoi scritti migliori.

Cfr.: Biagi Dario, Lettere d’amore di un eccentrico. Epistolario tra Gian Carlo Fusco e Floriana Maudente, Avagliano Editore, Roma, 2020, pagine 125, € 14,00.