NOZZE DI LEGNO

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ph Maren Ollman

I.

Il volgo padrone
  del buon senso ha detto
il matrimonio è la tomba
  dell’a[mor(t)e].
 

Si vede che qualcuno è morto dentro
(con tutto il mio rispetto per i morti
nel legno della bara o sulla nave
diretti in massa verso l’orizzonte
d’atavica sapienza popolare).

III.

Svetta il tronco (s’erge il fallo) olmo o faggio:
fuoco rosso è il sangue del nostro lignaggio.

Carta bianca e fiori di cotone – cuoio
duro – duro il legno degli artisti figlio
mercuriale d’alchimisti filosofo 
che ha fatto il Fato legando Ieri all’Oggi
con le mani innamorate del Domani. 

IV.

A te.

Rintraccio endorfine – una due tre – trentadue denti: faccio il pieno di numeri e lettere sul viso. Trame
a incidere la superficie (nel profondo è Paedogeron, fanciullo di fanciulla eterna).
Il non comprendersi disabile è relativo al porre in atto un desiderio. Non hai saputo dire dare baciare scrivere ma puoi ancora rimediare prima del tuo testamento.

* dimostrazione d’amore: varare la nave + variare il discorso + variazioni sul tema di noi nel ripetersi delle mezze stagioni che “non ci sono più” (quelli che han detto “matrimonio = tomba” gettano pietre nei luoghi comuni e si fanno male).

** sulla dimora (senza fissa) + azione di eroma: recuperare la tessera del partito N.O.I. (Nuovi Orizzonti Interessati) ché sei partito tu e son partita io insieme a te ma ora vai lento poi vai veloce adesso vai più veloce – a questo punto stai fermo. Stai nel mosaico mutevole – stabile/instabile – nel puzzle d’erranza in errore di base (che già prima di conoscerci abbiamo scoperto l’uno nell’altra la delicata polpa sotto gli aculei del riccio e non ci siamo divorati).

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*** nota finale, nota bene:

Lei gli porge i suoi occhi,
Scovati fra detriti e scarafaggi

Lui le porge la pelle
Pareva estrarla dall’aria per mettergliela addosso
Lei piange di paura e di stupore

Lei gli ha trovato le mani, gliele ha infilate nuove ai
polsi 
Meravigliate di sé vanno sentendo tutto su di lei

Lui le sistema la colonna vertebrale, pulita attentamente
pezzo a pezzo
Gliela dispone in ordine perfetto
Rompicapo sovrumano, ma lui è guidato dall’ispirazione
Lei si piega ondeggiando, avanti e indietro, la usa e ride
incredula 

Ora lei gli ha portato anche i piedi, li unisce
Così che il suo corpo si possa reggere eretto

E lui le ha modellato nuovi fianchi
Gli accessori completi e le bobine nuovamente avvolte,
tutto oliato e splendente

Ne leviga ogni parte, lui stesso a stento può crederci
Continuano a condursi verso il sole, trovano che possono
facilmente
Provare una per una quelle cose nuove a ogni nuovo passo

Ed ora lei gli leviga le placche del cranio
Così che le giunture non siano più visibili

E ora lui le connette la gola, i seni e la bocca dello
stomaco
Con un unico filo metallico

Lei gli porge i suoi denti, ne avvita le radici al perno
centrale del corpo
Lui sistema i piccoli anelli sulla punta delle sue dita
Lei ricama il suo corpo qua e là con seta d’acciaio
porpora
Lui olia i delicati ingranaggi della sua bocca
Lei gli intarsia la nuca con volute profondamente incise  
Lui inserisce in posizione esatta l’interno delle sue cosce

Così, ansando per la gioia, con grida di stupore
Come due divinità di fango
Sdraiandosi nel sudiciume ma con cura infinita

Conducono l’un l’altra a perfezione.

Ted Hughes – “Sposo e sposa nascosti per tre giorni” – in “Cave Birds – Un dramma alchemico nella caverna”, 1975. 

Ti amo.

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Psychopoetry of everyday life | Versi animici della Dott.ssa VBM