Approfondimenti
TRAMARAMENTE (LA PARCA)
I.
Tramare la storia
di assoni e dentriti
neurone in assolo
non fa una sinapsi.
Tramare l’incontro
del pezzo col pezzo
Roman de la Rose*
è cosa amorosa.
La trama del caso
è un rito di Parca
ché ho il senso del caos
per la ragnatela
e percorro la via
sospesa nel sole
tessendo nell’alba
stelline da sera
e percorro la via
son luna in attesa
che tra madre e tomba
cammina serena.
Ridiamo! Tessiamo!
Le mani hanno brame
già sfodera Atropo
le vene di lama
per tagliar di netto
il filo di lana
Se Natale o Pietà
carpe diem my baby
scopiamoci il senno
che a pentirsi c’è il poi
che il vivere è vita
che morte ti prende
di mira e di petto
memento – sul ciglio
dei letti disfatti
nei secoli scritti
sul corpo del tempo.
II.
Sab 21:06 – fine
della conversazione
in chat: è inevitabile
è un difetto
dalla nascita – ribadisco.
A ogni mia convinzione
aggiungo
un punto di domanda.
A ogni affermazione
accosto
l’ombra mora della mia
bianchezza.
Sul filo dondolo
figlia tra le figlie di Aracne
appesa il giorno come la notte
ho cura
del segreto della tessitura
(da “Aracne”, 2015)
* Roman de la Rose: è un poema allegorico francese, composto di due parti. La prima, di 4058 versi, è dovuta a Guillaume de Lorris (Lorris 1200 ca. – m. 1240 ca.), che la compose intorno al 1235, e ha carattere cortese e cavalleresco, narrando le varie prove dell’Amante per giungere a conquistare la Rosa, simbolo della donna; la seconda, di 17.722 versi, fu scritta da Jean de Meung (Meung-sur-Loire 1240 ca. – Parigi 1305 ca.), fra il 1268 e il 1285, con vasto sfoggio di sapere enciclopedico e con l’intento, assente in G. de Lorris, di satireggiare aspetti e costumi della società del suo tempo. (Enciclopedia Treccani)
** Atropo, la più anziana tra le tre Parche, abita nelle case di riposo, dorme nella scatola dei bottoni delle nonne, sferruzza negli album delle fotografie di famiglia, grida nella memoria che perde se stessa quando il tempo si fa Alzheimer.
Dottoressa Valeria Bianchi Mian
#inediti