Approfondimenti
VIDEO – TRANSIT CENTER AGADEZ, Manuel Scrima
a cura di Manuel Scrima
Come spesso succede in Africa l’importante è arrangiarsi. Poca attrezzatura, nessun assistente.
Ogni inquadratura è studiata per essere una foto animata. Il deserto tremante all’inizio, una donna velata che cammina in un’immagine arida e statica, l’orizzonte che spezza a metà ogni immagine. Sopra, cielo grigio pallido e sotto, terreno sterrato con gruppo di migranti.
Le inquadrature fisse suggeriscono lo spazio e il tempo africano, diverso da quello europeo.
La computazione segue regole qualitative e non quantitative. Una grande distanza non si misura in chilometri ma in giorni di cammino.
La prima versione del video era di due minuti, più snello e uniforme, esigenze di produzione l’hanno allungato a più del doppio a scapito dell’idea artistica originale.
VIDEO – TRANSIT CENTER AGADEZ
20 May 2016
Agadez, Niger.
In the middle of the desert, in a strategic meeting point, IOM staff are taking care of migrants coming from Liberia, Cameroon, Gambia, Guinea, Senegal, Nigeria and other West African countries.
The migrants’ journey before reaching the center are often long and difficult and they can be traumatized by what they have lived through. Among them there are many who have been victim to trafficking, exploitation or abuse by unscrupulous smugglers.
21 May 2016
800 Migrants have just arrived. They are returning from Algeria, and are originally from Niger.
The cook of a local restaurant is preparing meals for the migrants.
IOM staff then distribute three hot meals a day.
This is the first step towards resting and recuperating after an often stressful experience.
23 May 2017
Most of the migrants who arrived a few days ago have now left. The staff at the Transit Center are preparing for the arrival of more migrants. Migration involves complex movements and people with varied needs.
IOM Niger has implemented the information campaign with funding from the European Union and the Italian Ministry of Interior.
Manuel Scrima è un artista e fotografo italo-belga che fin dagli esordi ha lavorato su più continenti. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche.
Nel 2006 inizia il suo periodo Africano (Afrika Awakes la sua mostra più celebre ha girato gallerie e musei con 10 repliche tra Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia e Kenya). Le sue immagini restituiscono dignità e bellezza ad un continente distorto dai racconti dei media e per questo vengono sostenute da realtà internazionali come: UNESCO, Medici senza Frontiere, Care International.In particolare nel Luglio del 2009 espone al Ramoma, Museo d’Arte Moderna di Nairobi. Nel 2010 l’UNESCO lo sceglie come artista per una personale a Parigi che celebra la cultura del Kenya. Sempre nel 2010 alcune sue foto più rappresentative sono esposte ad Art Basel Miami.Si tratta di una ricerca di autenticità e documentazione della cultura africana originaria che ormai non esiste più. Le sue immagini “vengono paragonate per i giochi di luce ed ombra alle opere di maestri olandesi, ricreano quell’intimità calda e sognante propria di una visione classica in contesti lontani dalla realtà occidentale”.
Nel 2009 torna a vivere a Milano e decide di mettersi alla prova con un mondo distante: la fotografia commerciale e della moda.Inizia così a scattare per molti brand tra i quali: Yamamay, Carlo Pignatelli, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, IKEA.Nel 2010 inizia la sua avventura asiatica e la collaborazione con l’artista e stilista Angelo Cruciani. Con lui realizza diversi progetti a cavallo tra Arte, Comunicazione e Moda, (i.e. Made in China, She’s Not A Man).
Nel 2012 la sua mostra AfreakA, curata da Alessandro Turci, fa parte del Festival Fotografico Italiano. Qui mette a confronto la cultura Africana con quella Asiatica. Tramite installazioni di immagini e video si tenta ora di far capire come quel mondo che prima veniva descritto come autentico e vergine è ora svanito perché fortemente a contatto con altre culture, con la tecnologia, col progresso. Un video mostra in camera fissa un centro commerciale keniota e un villaggio Maasai, distanti da loro poche centinaia di chilometri. “Questo confronto nasce dall’esigenza di riappropriarci della nostra coscienza, della nostra autenticità e quindi anche della nostra capacità di discernere.”
Attualmente è impegnato su progetti artistici che vanno dall’astrattismo fotografico alla reinvenzione della paesaggistica. E’ una ricerca che reinterpreta l’equilibrio neoclassico con immagini e collage caleidoscopici. “L’umano diventa un linguaggio o meglio una scrittura che fraseggia nel tentativo di una ricomposizione estetica e significante”. Le opere ancora inedite sono previste in mostra all’inizio del 2018.
Sue sono le immagini delle recenti performance e flash mob sull’amore promosse da Angelo Cruciani (2014-2017) e diverse opere fotografiche-pittoriche esposte in LOVVISM (2015).
E’ il direttore immagine di Beauvillon a Shanghai e di Yezael a Milano.
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