Sono un deserto – Sergio Pasquandrea

Ho conosciuto Sergio Pasquandrea tra la fine del 2007 e gli inizi del 2008. Avevamo entrambi pubblicato in una antologia di LietoColle, curata di Giampiero Neri e Fabiano Alborghetti. Quando gli chiesi di farmi leggere altro materiale rispetto a quello dell’antologia, Sergio mi inviò delle poesie, alcune delle quali ritrovo adesso, a distanza di dieci anni, in quest’opera pubblicata sempre con LietoColle.
L’intera raccolta esprime, in effetti, il desiderio di fare i conti con la propria storia umana e artistica […] 

Antonio Lillo

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L’inaccessibilità del noumeno

Sul mio libro di filosofia al liceo
un Reale-Antiseri dalle pagine lucide
c’erano ritratti a piena pagina dei grandi pensatori
a ognuno aggiungevamo fumetti
ricordo in particolare un Husserl bilioso
dietro le ciglia gli occhiali la barba
gli avevo escogitato un “cazzo guardi?”
che aveva fatto molto ridere
non l’avevamo studiato comunque
né lui né nessun altro se è per questo
le ore di filosofia si passavano a leggere fumetti
e a studiare solfeggio non certo le Ricerche logiche
c’erano tutto intorno enormi spazi vuoti da istoriare
dove i fenomeni si mostravano in tutto il loro splendore
nei culi che disegnavano curve perfette sulle sedie
e tutto per un breve istante tutto
sembrava davvero a portata di mano.

Autoritratto con cranio di volpe

Nel mio volto che dicono
più giovane della mia età
indovino la mia faccia di vecchio
e la cosa non mi dispiace
purché il processo avvenga
per asciugatura – aderendo il più
possibile all’osso. La meta
è la forma pura – il suono secco
che dava il cranio di volpe quando
ne saggiavo col dito la durezza
(l’avevo raccolto apposta
mi erano piaciuti i canini
la cartilagine delicata che riempiva
le narici e soprattutto gli archi
perfetti degli zigomi – l’avevo
ripulito dalla terra e ogni tanto
tornavo a spolverarlo).

Anatomia comparata

La mucca appesa in parti
simmetriche nel Riss di un refrigeratore
non sa di essere un Rembrandt.
Piuttosto una carena
sezionata netta come
nelle figure d’enciclopedia – senza
sospetto di viscere o di sangue.
L’animale franato nel rosso il terrore
senza domande gli spasmi
e il lento gelo. Nulla
per questa carne misurata in quarti
e filetti destinata a prezzature più
o meno pregiate.
(Ai bordi dell’E45
nei giorni più intensi dell’esodo estivo
erano stesi gli intestini bianchi
di un randagio travolto.)

Sono un deserto, Sergio Pasquandrea, Lietocolle ed. 2019

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Sergio Pasquandrea è nato a San Severo (FG) nel 1975. Dai primi anni Novanta vive a Perugia, dove insegna in un liceo.Nel 2014 è apparsa la sua prima silloge, intitolata Approssimazioni (Pietre Vive), seguita da Oltre il margine (Fara, 2015), Un posto per la buona stagione (Qudu, 2016), Approssimazioni e convergenze (Pietre Vive, 2017) e Sono un deserto (Lietocolle, 2019). Ha inoltre pubblicato due plaquette: Topografia della solitudine. Diario newyorkese (Fara 2010) e Parole agli assenti (Smasher 2011). Nel 2018 è uscita per Pietre Vive la seconda edizione di Topografia della solitudine, in formato ebook e audiolibro, con letture di David Riondino. Oltre all’attività letteraria, si interessa di critica musicale, collaborando con il bimestrale specializzato “Jazzit”; ha scritto anche per i blog “Nazione Indiana”, “La poesia e lo spirito”, “Jazz nel pomeriggio”, “Word Social Forum”, “Artmaker” e “Carte Sensibili”. Ha pubblicato nel 2014 il volume di racconti Volevo essere Bill Evans (Fara) e nel 2015 il saggio Breve storia del pianoforte jazz. Un racconto in bianco e in nero (Arcana Editrice). In uscita per EDT, a ottobre 2019, il saggio Brad Mehldau. Ritratto di un pianista eclettico, scritto in collaborazione con Carlo Morena.