Recensioni
Un’idea lillipuziana del mondo
a cura di Alfonso Lentini
Come nelle vecchie canzoni di Gino Paoli in cui si diceva di cielo in una stanza o di mare nel cassetto, in questo geniale libro di Jacopo Narros (Dieci piccole trasformazioni dell’aula scolastica, edito da industria & letteratura, 2024) si svolge un’operazione di aggraziata compressione: ficcare il mondo maiuscolo, quello – per intenderci – dei macro-eventi e delle macro-narrazioni, dentro il mondo minuscolo di un’aula scolastica affollata di bimbetti. Si dirà: questo è ciò che metaforicamente accade ogni giorno nelle scuole, in quanto, segmentato nei cassettini delle varie delle “materie”, a scuola non si studia altro che il mondo nelle sue multiformi fenomenologie. Ma si tratta di una metafora, appunto. Quello che fa Narros è invece una cosa ben diversa: lui “oggettualizza” la metafora, la rende concreta fino alle più stravaganti conseguenze. E se ne vedono delle belle.
C’erano una volta i tableaux vivants, c’erano le marionette, le antiche fantasmagorie delle lanterne magiche, i diorami di cartone, i visori stereoscopici, i presepi, le sacre rappresentazioni medievali, le surreali invenzioni scenografiche piene di automi e cadaveri parlanti di Raymond Roussel. C’è oggi il teatrino patafisico di Jacopo Narros che in questo suo libro edifica dieci “piccole trasformazioni” grazie alle quali lo spazio (peraltro altamente simbolico) di un’aula scolastica (completa di banchi, lavagne, armadietti, merendine e naturalmente di bimbi), subisce straordinarie metamorfosi. Le tradizionali lezioni sui più diversi argomenti (dall’Odissea ai Promessi Sposi, dalla Rivoluzione francese a quella copernicana, dall’Orlando Furioso alla scoperta dell’America, all’Unità d’Italia…) vengono sostituite da specialissime messe in scena che questi argomenti “replicano” con straordinari effetti di bizzarria, stravolgimenti forse persino un po’ inquietanti, ma di sicuro anche molto comici: «un riassunto velocissimo delle lezioni che vanno avanti da secoli, forse dall’inizio del Mondo…», ci informa Narros nell’introduzione.
Così «i monarchi assoluti Luigi XVI e Maria Antonietta, mettono due sedie sopra alla cattedra e ci si siedono sopra come su un trono» mentre, per rappresentare i prodromi della rivoluzione «altri alunni fanno i sudditi francesi e portano ai loro piedi decime e tributi, come merendine e schiacciatine prese dalle macchinette». Cristoforo Colombo diventa uno scolaretto che «tiene in mano un compasso marca Stabilo» e se ne sta in costume da bagno, «simbolo dell’acqua dove deve navigare». Esilarante la lezione sulla rivoluzione copernicana dove l’alunno che impersona Nicolò Copernico, per sostituire il sistema geocentrico a quello eliocentrico, deve spingere, punzecchiandolo con una matita, l’alunno “pigro” che impersona la Terra, per costringerlo a non rimanere più immobile, ma a girare anche lui in orbita ellittica «come tutti i pianeti, che corrono sul pavimento vuoto dell’aula grazie al fatto che i banchi e le sedie sono accatastati da un lato». Nella lezione sui Promessi Sposi ecco Renzo che «scappa, e si ritrova al centro dell’aula, in mezzo ai tumulti per il prezzo delle patatine. Qualcuno grida: “Le patatine delle macchinette costano troppo!”. Renzo scappa dai tumulti e si nasconde sotto a un banco…»
Il gioco è insomma quello di miniaturizzare l’universo ridimensionandolo a misura di bambino (o forse anche di chi prova a guardarlo con occhi bambini). I grandi eventi della storia, i capolavori letterari, le rivoluzioni scientifiche, compressi in questo giocoso e gioioso microcosmo, perdono così prosopopea, si liberano della paludata retorica in cui spesso sono avvolti e acquistano un senso diverso.
Il teatrino patafisico a cui Narros ci invita capovolge di brutto ogni gerarchia e diventa emblema di un’altra idea del mondo, più umile, stralunata, lillipuziana. Forse persino più umana. Cosicché le cose del mondo possano apparirci per quello che sono: un insignificante garbuglio che fluttua nell’immensità delle galassie, fra le risate e gli sghignazzi di innocenti ragazzini.
Dieci piccole trasformazioni dell’aula scolastica, Jacopo Narros, industria & letteratura, 2024
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