Approfondimenti
And Short the Season 5/11 – Maxine Kumin (Bartoli, Dolci)
From the Pulitzer Prize–winning poet, a stunning collection of poems.
LIBRO II
THE BIRD, THE COURT OF COMMON PLEAS, THE CZAR
The prothonotary warbler, small
chrome yellow singer of the hardwood swamps,
named by the bayou Creoles after
the golden robes of the protonotarii,
chief advisors to the Pope,
caught my child-eye with its lemony brilliance
long before I could puzzle out its name.
How odd to find this esoteric word again
on my father’s father’s citizenship diploma
when in 1888, still more boy than man,
he rose before the office of the Prothonotary
of the Court of Common Pleas in Philadelphia
––said to be the oldest legal seat
in the western hemisphere––to declare
that it was bona fide his intent
to renounce forever all allegiance
to any foreign prince or potentate
or sovereignty of whatsoever state
and particularly to the Czar
of Russia, the Czar, the hated murderer,
the first of whom is shown mitered
and sceptered, scarved in orange yellow
following his coronation in 913.
The last, deprived of butter, croissants and coffee,
is shot in a basement room with his wife, son,
four daughters, doctor, footman and chef
in 1918, shorn of his golden epaulettes.
He, Nicholas II, Prothonotary of pogroms.
L’UCCELLO, IL TRIBUNALE, LO ZAR
La protonotaria citrea, piccola
cantante dorata delle paludi boschive,
così denominata dagli indigeni creoli Bayou
alludendo alle tonache dal cappuccio giallo del protonotario,
capoconsigliere del Papa,
catturò i miei occhi di bambina con la sua radiosità cedrina
molto prima che potessi decifrarne il nome.
Strano ritrovare questo termine esoterico
nell’attestato di cittadinanza del bisnonno
quando nel 1888, ancora ragazzo,
si levò di fronte l’ufficio del Protonotario
del Tribunale di Philadelphia
– considerato la più antica sede legale
dell’emisfero occidentale – per dichiarare
che era suo intendimento bona fide
rinunciare per sempre a ogni vincolo di fedeltà
nei confronti di qualsiasi principato o potentato straniero
o sovranità di stato di sorta
e in particolare nei confronti dello Zar
di Russia, lo Zar, l’odiato assassino,
il primo della schiatta dipinto incoronato di mitria
e scettro, fasciato di giallo arancio
in seguito alla sua incoronazione nel 913.
L’ultimo, destituito di burro, caffè e brioches,
ucciso in uno scantinato con la moglie, il figlio,
le quattro figlie, dottore, domestico e capocuoco
nel 1918, spuntato delle sue spalline dorate.
Lui, Nicola II, Protonotario di pogrom.
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