Filosofia della politica

a cura di Vittorio Alfieri

Filosofia della politica. La disciplina si occupa d’indagare i concetti dell’attività politica in relazione alla quotidianità della società.

Per Aristotele il primo nucleo che la pratica è la famiglia, la studia nel trattato omonimo Politica, nell’accezione che necessita trovare i mezzi che permettono di ottenere gli effetti voluti, al fine di realizzare le proprie idee. L’opera formula ipotesi per realizzare il buon governo della città. Un tema fondamentale della speculazione è il rapporto tra l’agire politico e l’agire morale, che spesso non coincidono. Idea personale nella speranza di non essere tacciato di blasfemia:”Ma Dio, tramite il figlio Gesù Cristo, non faceva politica?”. Alcuni esempi: la cacciata dei mercanti dal tempio, la condanna di ipocrisia ai farisei, quando salvò l’adultera dalla lapidazione. D’altronde il vicario di Cristo è a capo di uno stato, governato in chiave teologica.

Un filosofo italiano deceduto quattro anni orsono Emanuele Severino ha investigato sul rapporto tra filosofia e politica in relazione all’epoca in cui ha vissuto con un elemento presente nella contemporaneità la tecno-scienza, nel saggio “Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del mondo”. Il bresciano sostiene che un potere che governa il mondo degli ultimi due secoli è indubbiamente la politica, ancor prima è il capitalismo, nonostante le crisi, ai quali si aggiungono il cristianesimo, da contraltare l’islam e i nazionalismi,con l’intento che ognuna diventi il fine dell’umanità. Il sistema economico in parte c’è riuscito grazie alla globalizzazione, il cui lighthouse è il profitto. Ovviamente questi poteri sono in conflitto tra di loro. Nell’ottica di primazia, essi si servono dell’avvento della tecno-scienza, che a sua volta da mezzo vuole divenire scopo. In queste contrapposizioni laceranti si manifesta la crisi della politica e della tradizione occidentale che sino a poco tempo fa poteva considerarsi dominante, che non riescono a rispondere alle istanze locali dei poteri del passato; le migrazioni delle masse di poveri che premono alle porte del ricco Occidente; lo scontro tra le nuove forme della cultura, si riporta quella esplicitata dai diritti umani ritenuti fondamentali dall’essere umano, alla vita, alla libertà individuale, a un giusto processo all’autodeterminazione, ad un’esistenza dignitosa, alla libertà religiosa che si può mutare, recentemente la protezione dei propri dati personali, il voto e la tradizione occidentale, che sino a poco tempo fa poteva considerarsi dominante. Senza dimenticare l’assenza di contromisure sul terrorismo di matrice islamica. A questi problemi la politica non è in grado di offrire soluzioni efficaci: non sul piano internazionale, dove ogni forma di cooperazione tra Stati viene messa in seria discussione, né all’interno dei singoli Paesi, perché si è limita a garantire il funzionamento del mercato e l’economia è la stella cometa. Severino teme che con l’avvento della tecno-scienza, la politica, il cristianesimo, finanche lo sciovinismo, siano sconfitti come visione del mondo, ma ciò potrà realizzarsi se avrà il sostegno della speculazione.Il quadro è chiaro mutuando Gaber: libertà è partecipazione anche alla vita politica con l’aiuto della filosofia.