Approfondimenti
Umano troppo umano
a cura di Vittorio Alfieri
È un saggio di Friedrich Nietzsche attribuito al periodo centrale della sua opera definito “illuminista”. È indubbio che esso segni una svolta decisa nello sviluppo del suo pensiero filosofico. L’irrazionalismo che aveva pervaso “La nascita della tragedia”, la sua prima tesi nata anche per la condivisione intellettuale, poi fortemente amicale, con il compositore Richard Wagner e le sue “quattro Considerazioni inattuali” facente parte dalla sua interpretazione della grecità nella sua età tragica, in cui Schopenhauer e Wagner sono i protagonisti della rinascita di tale cultura, vengono superati e i due considerati campioni del nuovo spirito tedesco, vengono buttati giù da quei piedistalli sui quali erano stati posti dallo stesso Nietzsche che, in questo modo, ritiene d’essersi scrollato definitivamente di dosso il simbolismo mitico e la metafisica.
L’arte, che nelle opere precedenti aveva assunto una veste di guida, per la sua capacità di trasformare la volontà di potenza in armonia, mediando tra Dioniso e Apollo, ora viene considerata una falsità.
In quest’opera nasce un razionalismo contemplativo, non ontologico, fondato sulla mediazione tra esperienza biografica e osservazione esterna, che tutto ha un’origine fisica, che il nobile viene dal volgare, l’altruismo dall’egoismo, il razionale dall’irrazionale.
In Umano, troppo umano è centrale la figura dello Spirito libero. Il testo denuncia la mediocrità congenita , la finzione per convenzione, la falsificazione della realtà, il dominio dell’egoismo anche quando risulta chiaro che l’altruismo e la nobiltà d’animo siano in grado di aprire migliori prospettive, anche e soprattutto per se stessi. Lo Spirito libero è colui che esprime il proprio pensiero indipendente rispetto all’humus in cui è cresciuto, colui che non si adegua all’assuefazione della mediocrità, quell’anima che nel prendere la distanza trova una più alta partecipazione al destino umano. Lo spirito libero è colui che si innalza su tutto ciò che è umano, troppo umano.
Una postilla che si ripete, ma fondamentale, Umano, troppo umano è la più chiara dimostrazione di quanto sia infondata la ricostruzione di chi si ostina a vedere in Nietzsche l’ispiratore del Nazifascismo.
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