con la E

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Carestia
sequenza poetica

Desmond Egan
Trauben edizioni, 2000

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Salva un solo uomo salverai il mondo sì
ma uccidi un solo uomo e
qualcosa viene a mancare in ogni cosa

[…] portiamo nel sangue una tristezza
uno sguardo un accento un portamento
un certo ritmo amaro un’ombra ferita
indossiamo come gli ebrei
una gabbana di umorismo

sapendo di aver perso ognuno
parte di ciò che ci spettava

[…] memory is the first exile

Cori da “La rocca”
T.S.Eliot
Bur, 2007

Il destino degli uomini è infinita fatica,
oppure ozio infinito, il che è anche peggio,
oppure anche un lavoro irregolare, il che non è piacevole.
Ho pigiato da sola l’uva nel torchio, e so
che è faticoso essere davvero utili, rinunciando
alle cose che gli uomini ritengono felicità, cercando
le buone opere che restano oscure, accettando
con viso fermo quelle che arrecano ignominia,
l’applauso di tutti o l’amore di nessuno.
Tutti sono pronti a investire denaro, ma i più
si aspettano i dividendi.
Io vi dico: rendete perfetta la vostra volontà.
Vi dico: non pensate al raccolto
ma solo alla semina giusta.

[…] in this land
there shall be one cigarette to two men,
To two women one half pint of bitter ale

[…] if men do not build
how shall they live?
When the field is tilled
and the wheat is bread
They shall not die in a shortened bed
And a narrow sheet. In this street there is no beginning, no movement, no peace and no end
but noise without speech, food without taste.

La terra desolata
T.S.Eliot
Feltrinelli, 2003

Aprile è il più crudele di tutti i mesi. Genera
lillà dalla terra morta, mescola
memoria e desiderio, desta
radici sopite con pioggia di primavera.
L’inverno ci tenne al caldo, coprendo
la terra di neve immemore, nutrendo
una piccola vita con tuberi secchi. L’estate ci ha sorpresi sullo Starnbergersee
con lo scroscio di pioggia;
noi ci fermammo sotto il colonnato
e procedemmo in pieno sole, nell’Hofgarten
e bevemmo caffè, e parlammo per un’ora.

Poesie
1905 / 1920
T.S.Eliot
Newton poesia, 1995

Flebas il fenicio, annegato da quindici giorni,
dimenticò il grido dei gabbiani, il mare gonfio di Cornovaglia,
i profitti e le perdite e il carico di stagno:
una corrente sottomarina se lo portò molto lontano,
facendogli ripassare le tappe della sua vita anteriore.
Pensateci, fu una sorte ben misera;
eppure era un bell’uomo, e di alta statura.

Elegie
Odisseas Elitis
Crocetti editore, 1997

È strano in che modo incomprensibile viviamo, ma ci aggrappiamo a questo
tenera Colombina, bacio del basilico che ti diedi sul mio letto
e nei miei scritti tre o quattro vènti sgrammaticati
ma da stordire i mari
ogni nave piena di pensiero e conoscenza segua la sua rotta
gli avvenimenti oscillano e infine cadono prima degli uomini
Ma l’oscurità non ha lanterna antivento
dov’è Mileto dov’è Pergamo dove Attalia e dove
costa Costantino tinopoli?
Tre mille sogni uno è quello del risveglio ma per sempre.

Artemide Artemide tienimi il cane della luna
Morde i cipressi e si inquietano gli Eterni
dorme più profondamente chi è stato inondato dalla storia
su, incendiala con un fiammifero come fosse alcol
è solo poesia
quello Che rimane. Poesia. Giusta sostanziale e retta
come forse la immaginarono le prime creature
giusta nell’acerbo del giardino e infallibile nel tempo.

Poesia ininterrotta
Paul Eluard
Einaudi, 2007

Aujourd’hui lumière unique

Aujourd’hui l’enfance entière

Changeant la vie en lumière

Sans passé sans lendemain

Aujourd’hui reve de nuit

Au grand jour tout se délivre

Aujourd’hui je suis toujours

Più leggeri dell’aria

Hans Magnus Enzensberger

Einaudi, 2001

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Poesie d’amore
Evtušenko
Newton, 1986

Se la mia fortuna sarai
o la mia disgrazia,
che lo decida il tempo,
ma se resto con te
io divento peggiore.
Mi telefoni spesso,
ma ogni volta, in risposta,
la vicina ripete,
su mia richiesta, che non ci sono. Mi importuni ogni giorno
con una lettera.
Scrivi che non resisti
un’ora senza di me,
che sono un tipo strano,
che sei sfinita,
che Vit’ka Silin ubriaco,
ha chiesto la tua mano.
Io sono a volte felice,
a volte addolorato,
altre combattuto…
Che cosa fare con te?
Che cosa, con me stesso?!
Cercherò in tutti i sogni tuoi
di apparire sobrio.
E come escogitare il mezzo
per disinnamorarti?
Nel suo vestito blu, nuovo,
cucito su ordinazione
di certo Vit’ka Silin
starà venendo da te.
È solerte e tenace.
Nell’animo, è un impeto d’amore.
Fa ricerca in storia
e ha fatto delle scoperte.
Sotto la pioggia primaverile,
cammina tra le pozzanghere,
ma non lo ami tu
e non lo aspetti,
e presso l’Ermitage
tu sosti e mi telefoni,
e lo sai – ti ripeteranno
che io non sono in casa.

Poesie poemetti
S.A. Esenin
Bur, 2006

Io non andrò alla danza in tondo:
là riderebbero di me,
mi fidanzò durante il maltempo
con un’onda risonante