DI NON SAPERE INFINE A MEMORIA (1978-1980), Vito M. Bonito

16 marzo 1978: a Roma, le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro – uccidendo gli uomini della sua scorta;

9 maggio 1978: Moro viene giustiziato dalle Brigate Rosse; avevo 15 anni

28 maggio 1980: a Milano Walter Tobagi viene ucciso dalla Brigata XXVIII marzo; avevo 17 anni

prima e dopo altri furono assassinati – ma non so dire perché la mia memoria torna di continuo a questi due eventi, come una brace, un filo a piombo sul sangue

i salti di memoria, le fratture temporali, le inesattezze sono volute – questo libro non vuole ricostruire niente – non sa, né potrebbe farlo; all’oscuro com’è anche di se stesso.

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“È il libro di chi non sa pensare, non è in grado di pensare cosa sia stato vivere in prima persona quei terribili eventi. Cosa è stato uccidere, cosa morire. Cosa essere sopravvissuti a tanto orrore.”

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Soselo non sbaglia mai
– i bambini felici sono cattivi
gl’infelici
recitano poesie

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Di non sapere infine a memoria (1978-1980), Vito M. Bonito, L’arcolario ed., 2021

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Vito M. Bonito è redattore di Versodove. Ha pubblicato in poesia Campo degli orfani (Book, 2000 – finalista al premio Metauro), La vita inferiore (Donzelli, 2004),), Fioritura del sangue (Perrone, 2010), Soffiati via (Il ponte del sale, 2015 – vincitore del premio nazionale Elio Pagliarani), la bambina bianca (Derbauch 2017), fabula rasa (Oèdipus, 2018).
È presente in Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli (Sossella, 2005). In ambito critico ha pubblicato Le parole e le ore. Gli orologi barocchi: antologia poetica del Seicento, (Sellerio, 1996); L’occhio del tempo. L’orologio barocco tra letteratura, scienza ed emblematica (Clueb, 1995); Il gelo e lo sguardo. La poesia di Cosimo Ortesta e Valerio Magrelli (Clueb, 1996); Il canto della crisalide. Poesia e orfanità (Clueb, 1999); Pascoli, (Liguori, 2007).