Approfondimenti
Farewell my body
Per il primo numero della rubrica tre opere e una dichiarazione di Nicolò Gugliuzza.
le nouvel esprit du capitalisme
« The centre is missing, but we cannot stop searching for it or positing it. It is not that there is nothing there – it is that what is there is not capable of exercising responsibility»
Mark Fisher
È un corpo incerto, titubante e goffo quello che si aggira tra le polveri di una modernità diabetica, affabile, violenta. Un corpo verboso, logorroico, paranoide, immerso in orizzonti numerici, sintetici e rarefatti. Un corpo che che non ha ragion d’essere se non nello scarto del senso, il solo eros nella sessualità di ogni rottura epistemologica, nell’abbandono di ogni riferimento indotto, di ogni sintesi metodologica.
È in questa cornice asfissiante che trova spazio il tentativo per una forma linguistica che non si vuol innovativa, ma virale, ibrida, randagia e disfunzionante, forma linguistica che risponde al tempo circostante dotandosi di un’urgenza comunicativa e di un’estetica necessariamente frammentata, smaterializzata, incostante. È dalla deriva di questo corpo estraneo che nasce l’elaborazione per una poetica della differenza e dello smembramento :
Employ bends and breaks as a metaphor for différance. Use the glitch as an eton for progress. Find catharsis in disintegration, ruptures and cracks; manipulate, bend and break any medium towards the point where it becomes something new; create glitch art.
(Rosa Menkman, 2010)
Su un’onda di continuità con le irriducibili tradizioni appartenenti agli sviluppi della poesia concreta&visiva&sonora&numerica, la lotta prende piede, assume le sembianze di un testo lacerato in ode a un dio randomico che tutto quanto muove e illumina; lascia dietro sé le vestigia di un classicismo divenuto dominante poi consumo poi spettacolo ora idolo cadaverico; indossa il volto di lettere, lacerti e forme che spingono il limite della lotta oltre il torpore asemico dell’astrazione virtuale e reificante configurandosi come qualcosa di indefinito, erroneo, ostile; un atto d’amore verso la dispersione che tutto sopprime, che tutto riporta in vita; una nomadica lirica senza gentilezza, né morale né etica, senza bon ton, né grammatica, né maieutica ;
questa la mia guerriglia, questa la mia poetica.
Nicolò Gugliuzza for the so called GUERRILLA POETICA
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