Recensioni
FAVOLE E SVELTE – recensione di Enrico Campofreda per “Favolesvelte” di Valeria Bianchi Mian, Golem Edizioni
a cura di Enrico Campofreda
Favolosamente svelti sono pensieri, rime, racconti, sogni, ossessioni che una psicoterapeuta, e mamma e moglie, ha raccolto con metodo e volontà per un anno intero. Partenza a Capodanno 2014 fino al successivo san Silvestro quando l’autrice Valeria Bianchi Mian, dopo aver composto 365 gioiellini, calice in una mano e penna nell’altra brindava e scriveva: “E’ partita come sperimentazione sotto forma di blog, è diventato un gioco creativo, una sorta d’evoluzione dell’anima. Giocando ho voluto dire il mondo al mondo in ogni sfumatura, narrando il quotidiano e la natura, i luoghi onirici, il desiderio, la saggezza degli alchimisti”. E il miracolo ha preso anche la forma del libro, l’ha pubblicato Golem Edizioni con un titolo che acchiappa perché è un’epifania che promette poca lungaggine e veloce sostanza. Dunque Favolesvelte.
Narrano nani e angeli, cavalieri e regine di cuori, ma non crediate sia solo un’immersione immaginifica. La scrittrice, cui la fantasia non manca, ha per mestiere l’occhio immerso nella realtà bella e crudele, perciò parla di noi, di chi vive, sorride e piange, di chi è stolto e molto saggio, di chi insegna, impara e ricorda da adulto d’essere stato bambino. Di chi ama, di chi soffre e dei tanti umani strani che ci circondano, col parrucchino, gli stivali, le ciabatte, la benda in viso e lo sfollagente. Sembra un Barnum e lo è, come del resto il mondo che detestiamo e amiamo per quel che di strano e folle ci regala, per le sorprese che riserva a un occhio attento e curioso. Perciò voglia di vivere, che sprizza energica dalle pagine ben curate e impreziosite di pregevoli disegni.
Poiché maga Valeria non si contenta di narrare, sognare e interpretare i voli onirici. Usa anche pastello e pennello per illustrare quel che lo sguardo non solo infantile può gustare: elfi, navi, ragazze addormentate, mici scodinzolanti, madame artiste. La gioia dell’occhio si riempie visto che il tratto di matita non è inferiore alla penna e tutto s’abbraccia armoniosamente. Di solito certi libri per l’infanzia, e questo lo è solo in parte, hanno il narratore e l’illustratore, due mestieri, due arti che invece Bianchi Mian riunisce, ben condite da argutezza, giocosità, voglia di divertire, stupire, consolare, cantare. Scriviamo un panegirico? No. Non c’è esaltazione, bensì riconoscenza a un lavoro originale, studiato e realizzato con la passione di chi crede che lo spirito del bello aiuti a vivere bene.
Nel caleidoscopio offerto al lettore c’è un ampio spaccato di realismo, condiviso dall’autrice e offerto con una mistura di sorriso e serietà. Per cogliere qualche esempio del testo ripartito nelle sezioni amore, evoluzione, intrecci, cronache buie vi conduciamo a domande cruciali. Qual è l’idea che il mondo ha del corpo delle donne? Le tette dei bambini, il bel culo nei pensieri del vegliardo passante. E se ci s’innamora? Quando perdesti la testa per me, gettai lontano la mia e andiamo in giro con il cielo al collo… E se si viene “tacchinate”? Ciao bella, sei uno schianto. Lasciami stare gridò lei se non vuoi trovarti il braccio rotto. Capito cosa si rischia? Ma non temete c’è tanto lirismo che prende quota con Vega, sorella luminosa che sfila in cielo da maggio a settembre.
Non lo sapevamo, e ora sì: fra tredicimila e settecento anni – rumenta permettendo – questa stella diventerà sovrana del Nord e noi, che ci siamo appoggiati alla Polare, torneremo a farci orientare unicamente dall’astro sovrano. Che illuminando la collina frequentata da vampiri a passeggio che mirano alle signorine di passaggio, non intimorirà tutte le esistenze addormentate mollemente sulle strade lucidate dalla pioggia. A simili eventi, nei tempi da lupi che corrono, si può comunque porre rimedio. Perché il mondo è anche bello e giocondo. Perciò chiudete gli occhi: arriva il colore e tutto diventa arte. Col blu di Prussia, miscela di ferro cianuro, un mix intenso che può essere associato alla malinconìa. Abbinato al rosso vivo è un tonico stimolante, perché blu e rosso vanno in coppia, come i cavalli nei tarocchi marsigliesi.
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