Approfondimenti
I DODICI POETI (?) (Lisa Orlando)
I DODICI POETI (?) CHE M’APPAGANO L’ANELITO DI CRUDELTA’.
A cura di Lisa Orlando.
(candidati al Nobel 2014 per la letteratura)
1) Adrienne Rich. Poetessa. Davvero? Poesia dunque è quel monotono salmodiare della stoltezza?quel trascinare pigro, debole, della parola?quel ciarpame mezzo marcito sarebbe poesia? Immagino (felice!) omini in bombetta con braghe cadenti da clown pisciare sui versi di Adrienne Rich.
2) Se dovessi acquistare le poesie di Anne Sexton mi sentirei assolutamente amputata del mio portafoglio. E non solo. Anne Sexton quando scriveva toglieva il suono alle arpe. Oh Maledetta!dai movimenti della bocca sguaiatamente prosastici!
3) E tu! cara Grace Paley, il dolore fa le fiamme torbide; il dolore trabocca dall’ ampolle di sangue; il dolore storpia, grida la furia sterminatrice! Tu, stupida! camminavi sotto la pioggia degli spasimi munita sempre (!) d’un ombrello! Come hai osato scrivere versi?
4) Chi fugge sbraitando dalla bellezza? Chi è che (spietatamente)devasta la parola poesia? Chi testimonia l’invadenza della bestia e della mentecattaggine? Lui, il lurido! Ma quanto puzzavi sotto l’ascelle, Charles Bukowski?
5) Qualcosa di incompiuto? Qualcosa di ruvido? Qualcosa di embrionale? Mannò s e m p li i c e m e n t e qualcosa di t o n t o: Antonella Anedda.
6) La voce più alta della poesia russa contemporanea. Più alta perché? gridava nelle bettole rumorose? “Ciò che scrisse le fu posto in bocca dall’insipienza”. Scrivo l’epigrafe di Bella Achamadulina.
7) Oh lui! Lui! E subito penso all’orrida gelatina appiccicaticcia e fosforescente! Edoardo Sanguineti: il grosso miagolatore sperimentalista. Mai versi più imbarazzanti furono scritti a mortificare la pagina. Addirittura messi celesti comparvero dinanzi a lui per dirgli di farla finita, e cazzo, cazzo! di non scrivere più!
8) È successo qualcosa. / La luna illuminava la stanza. / Dio ne era a conoscenza; ed io ho seguito passo dopo passo la calcinazione dei neuroni di Tomas Tranströmer . Oh povero! Qualcuno ebbe pena di lui. Chi? Ma ‘Accademia di Stoccolma. Gli conferì il Premio Nobel per la Letteratura nel 2011, pensate un po’!
9) Come se una fittissima colata di sterco indissipabile fosse calata sul suo corpo, sulle sue dita, e così scriveva: vortici di escrementi modernisti. Il tanto osannato: Ezra Pound. E pensare che anche lui ha vissuto sotto la bianca, immacolata ostia della luna, fascista del cazzo!
10) Nazim Hikmet non è stato un poeta. Punto. Non v’è altro da aggiungere. Ah, solo: spruzziamo insetticida (velenoso!) su chi osa scrivere, tra l’altro, romanzi dal titolo” Gran bella cosa è vivere, miei cari”.
11) Ti senti sempre urtare contro qualcosa, ma non sai cosa. Nulla traspira al di fuori di ciò che accade nella sua poesia (poesia?) se non quell’irritante, fastidiosa, molesta ritmicità. Ci sono poeti che creano in te sorgenti di maleficio. Oh quanto avrei voluto conoscere Elio Pagliarani per dargli tanti schiaffi e pugni in quella sua faccia ridicola e paffuta.
12) Patrizia Valduga o Vallespluga? Ha solo ben tradotto (per un prodigio che ovviamente non comprendo) “L’istante della mia morte” di Maurice Blanchot; per il resto, andasse a farsi fottere!
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