Il filosofo Eraclito

A cura di Rosalba Pipitone
 

Eraclito era di Efeso.
Visse intorno al 500 a.C. ed è passato alla storia come filosofo piuttosto famoso.
Era un tipo scorbutico. Quando gli efesi esiliarono un suo amico, Ermodoro, disse loro impiccatevi. Disse proprio così: “Impiccatevi”.
Eraclito era fatto a modo suo. Se qualcosa gli stava sul naso e non era una mosca, lo diceva chiaramente. I suoi concittadini, dopo questo fatto di Ermodoro, gli avevano chiesto di scrivere le leggi per la città. Lui, che proprio quel fatto non gli era andato giù, li mandò a quel paese. Disse loro che non meritavano niente, disse che erano una massa di pelandroni ignoranti e che era inutile dare delle leggi buone in mano a dei cialtroni.
Aveva una certa considerazione di sé.
Se ne andava nei vicoli a giocare a dadi con dei ragazzini. Diceva che era meglio fare questo piuttosto che occuparsi di politica con una manciata di inetti e falsi. Alla fine, non potendone più, si ritirò in cima a una montagna.
Lì, si dedicò soprattutto all’osservazione. E tali sue osservazioni ora la chiamano filosofia.
Per esempio, guardava il cielo e gli sembrava che le stelle fossero come ospitate dentro navicelle capovolte.
Le stelle erano per lui evaporazioni che si raccoglievano in queste navicelle e poi, a un certo punto, si incendiavano.
E questo è per dirne solo una ma ce ne sarebbero altre cento, almeno, che diceva dopo aver fatto le sue osservazioni.
In montagna Eraclito per anni mangiò solo foglie, bacche ed erba secca. E si ammalò di idropsia, che sarebbe quando lo stomaco ti si gonfia di umori liquidi simili all’acqua.
Tornò in città e con parole enigmatiche chiese ai medici se erano in grado di curarlo. Ma lo chiese in modo talmente contorto che quelli non capivano cosa volesse dire. Chiese loro: “Siete capaci di ridurre la pioggia in siccità”? E con questo intendeva dire se sapevano curare l’idropsia. Ma i medici avevano capito che dovevano fare una magia contro le perturbazioni atmosferiche e lo cacciarono via come fosse un malato di mente.
Eraclito, allora, si seppellì in un fosso, coperto da chili di sterco, e si mise al sole cercando di fare asciugare tutti gli umori.
Lo sterco si attaccò alla pelle, lui si prese una terribile insolazione, gli si seccò la pelle sulle ossa e dopo alcuni giorni morì. Aveva circa sessant’anni.
Qualcuno racconta che la sua carcassa finì divorata dai cani.
Che fine di merda.