IL RAGAZZO FORTISSIMO, Mirella Borgocroce

Rocco ha quattordici anni. Gli piace correre nei boschi. Si fa male a una gamba. Niente di che, ma secondo il medico «è meglio approfondire». Si approfondisce, e la diagnosi è: cancro alle ossa. Rocco combatterà, e al suo fianco combatterà la madre, facendo ciò che tutte le madri fanno, più una cosa: si affida alla preghiera, trovando la propria forza – e la forza di accettare la meravigliosa forza di Rocco, che affronta il cancro come una partita difficile ma non diversa da tante altre – nella meditazione. Qualche anno dopo, quando ormai Rocco, guarito, è nel tempo felice e ansioso dei controlli periodici, la madre comincia a raccogliere dalla memoria, in testi brevi come appunti o distesi in piccole narrazioni, i ricordi della battaglia. Una sorta di diario a posteriori che è il diario della malattia, del lavoro medicale, della vita ospedaliera, della paura e della speranza, ma anche il diario di una crescita e di un rafforzamento spirituale.

«A mio figlio manca un pezzo. Gliel’hanno asportato insieme al cancro che gli stava mangiando la tibia. Un pezzo di osso, però, non è un pezzo di lui, ma solo del suo corpo. Lui c’è ancora, nello splendore dell’adolescenza»

Il ragazzo fortissimo. Cosa mio figlio e io abbiamo imparato dal cancro
Mirella Borgocroce, ed. Sonzogno, 2019
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Mirella vive a Milano.
Frequenta da giovanissima il mondo del rock alternativo, alle tastiere, scrivendo musica e
incidendo dischi divenuti oggetti da collezione.
Insegna Lettere nella scuola secondaria e si batte per l’abolizione delle armi nucleari.
Comincia a scrivere per salvarsi dal dolore, dopo una diagnosi impensabile e spaventosa
ricevuta per suo figlio.
Tanti anni fa ha scelto il Buddismo, poi suo marito, tre figli e un gatto.