ISOLA PIETRO I

ISOLA PIETRO I, OCEANO ANTARTICO

Lars Christensen, armatore e console di Sandefjord equipaggia la baleniera Strana I.

fjord

Scoperta oltre un secolo prima, l’isola è ricoperta da uno strato di ghiaccio, nessuno vi è ancora sbarcato. Le navigano intorno. La vetta più alta dell’isola è un vulcano sulla costa occidentale. La riva è nuda e ripida; scogliere di ghiaccio si innalzano verticalmente dal mare in tempesta.
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Il capitano cerca di sbarcare invano. L’isola non ha una sola baia protetta, nemmeno porti; soltanto una coppia di strette spiagge di roccia nera e ghiacciai che allungano le lingue nell’oceano. 

Pur di prendere qualcosa l’equipaggio raccoglie rocce sparse come prova del viaggio, perlopiù ciottoli arrotondati, tutti i campioni ispezionati sono di natura vulcanica. A livello macroscopico si ha l’impressione che ci sia una grande varietà di rocce ma a un esame in più dettagliato si riduce il numero delle categorie. 

V*

Leggo e mi lascio ispirare dalle mani di pietra. Le dita  intorno alla chiave. Il senso della porta e il significato. Non sarà accesso paradisiaco, né ascesso di tormento, questo nome da primo uomo, questo nome al canto del gallo.

Questo nome mi fa pensare a Carl Gustav Jung bambino, seduto sulla pietra a meditare, a guardare il proprio futuro.
Mi fa pensare ai minerali che coabitano in noi e brindano con la linfa e con l’animale.
Questo nome mi riporta al vecchio Saturno, all’arconte che è anima e guida del procedimento alchemico.
Vogliamo l’oro, nevvero?
Vogliamo il tesoro.

Pietro la pietra
Pietro la chiave
Baleniera
Achab
Pietro – Achab
Ho un piccolo poesiolo su Achab lo cerco
Basalto
Ghiacci
Saturno
Pietro
Achab
Il vecchio
L’inverno
La morte dei grandi pesci
La chiave
La pietra 

P*, da NuàdeCocò, Manni ed. 2011

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