Jack Gilbert – Theologie

     Ai poeti resta da fare la poesia onesta

MEANWHILE

It waits. While I am walking through the pine trees
along the river, it is waiting. It has waited a long time.
In southern France, in Belgium, and even Alabama.
Now it waits in New England while I say grace over
almost everything: for a possum dead on someone’s lawn,
the sing light on a levee while Northampton sleeps,
and because the lanes between houses in Greek hamlets
are exactly the width of a donkey loaded on each side
with barley. Loneliness is the mother’s milk of America.
The heart is a foreign country whose language none
of us is good at. Winter lingers on in the woods,
but already it looks discarded as the birds return
and sing carelessly; as though there never was the power
or size of December. For nine years in me it has waited.
My life is pleasant, as usual. My body is a blessing
and my spirit clear. But the waiting does not let up.

INTANTO

Aspetta. Mentre cammino tra gli alberi di pino
lungo il fiume, sta aspettando. Ha aspettato a lungo.
Nella Francia del sud, in Belgio, e persino in Alabama.
Ora aspetta in New England mentre rendo grazie
quasi per ogni cosa: per l’opossum morto su di un prato,
il ronzio della luce sull’argine mentre Northampton riposa,
e il fatto che i vicoli tra le case dei villaggi greci
hanno l’esatta larghezza di un somaro carico di sacchi d’orzo
entrambe i fianchi. La solitudine è il latte materno dell’America.
Il cuore è un paese straniero nella cui lingua nessuno
di noi è fluente. L’inverno si attarda nei boschi
e canta spensierato; come non vi fosse mai stato il potere
o l’ampiezza di dicembre. Nove anni ha aspettato in me.
La mia vita è dolce, come sempre. Il mio corpo una benedizione
e il mio spirito limpido. Ma l’attesa non smette.

FALLING AND FLYING

Everyone forgets that Icarus also flew.
It’s the same when love comes to an end,
or the marriage fails and people say
they knew it was a mistake, that everybody
said it would never work. That she was
old enough to know better. But anything
worth doing is worth doing badly.
Like being there by that summer ocean
on the other side of the island while
love was fading out of her, the stars
burning so extravagantly those nights that
anyone could tell you they would never last.
Every morning she was asleep in my bed
like a visitation, the gentleness in her
like antelope standing in the dawn mist.
Each afternoon I watched her coming back
through the hot stony field after swimming,
the sea light behind her and the huge sky
on the other side of that. Listened to her
while we ate lunch. How can they say
the marriage failed? Like the people who
came back from Provence (when it was Provence)
and said it was pretty but the food was greasy.
I believe Icarus was not failing as he fell,
but just coming to the end of his triumph.

VOLO E CADUTA

Tutti dimenticano sempre che Icaro prese il volo.
È lo stesso quando l’amore raggiunge la sua fine,
o il matrimonio fallisce e la gente dice
si sapeva che era uno sbaglio, che chiunque
poteva dire non avrebbe funzionato. Che era
abbastanza adulta per avere più giudizio. Ma ogni cosa
vale la pena fare vale la pena farla male.
Come starsene accanto quell’oceano agostano
sull’altra riva dell’isola mentre
l’amore le stava svanendo, le stelle
bruciavano così bizzarramente in quelle notti
chiunque avrebbe potuto dirti non sarebbero durate.
Ogni mattina dormiva nel mio letto
come un’annunciazione, la cortesia dentro di lei
dritta come una gazzella nella nebbia dell’alba.
Ogni sera la osservavo tornare
attraverso il campo di rocce assolato dopo il nuoto,
la luce del mare alle sue spalle e il cielo vasto
all’altro lato. L’ascoltavo
mentre consumavamo il pranzo. Come possono dire
il matrimonio sia fallito? Come quelli che
tornando dalla Provenza (quando ancora era Provenza)
la dicevano carina ma il cibo troppo grasso.
Credo Icaro non fallì il proprio volo nel momento di cadere,
solo raggiungeva la fine del suo trionfo.

GOING THERE

Of course it was a disaster.
That unbearable, dearest secret
has always been a disaster.
The danger when we try to leave.
Going over and over afterward
what we should have done
instead of what we did.
But for those short times
we seemed to be alive. Misled,
misused, lied to and cheated,
certainly. Still, for that
little while, we visited
our possible life.

DI PASSO

Certo, fu un disastro.
Quell’insopportabile, dolcissimo segreto
è sempre stato un disastro.
Il pericolo quando cerchiamo di lasciare.
Tornando e ritornando sempre dopo
a quello che avremmo dovuto fare
più di quanto abbiamo fatto.
Ma per quei brevi momenti
siamo sembrati vivi. Sviati,
maltrattati, ingannati e traditi,
certo. Eppure, in quel
breve lasso, visitammo
la nostra vita possibile.

GOING WRONG

The fish are dreadful. They are brought up
the mountain in the dawn most days, beautiful
and alien and cold from night under the sea,
the grand rooms fading from their flat eyes.
Soft machinery of the dark, the man thinks,
washing them. “What can you know of my machinery!”
demands the Lord. Sure, the man says quietly
and cuts into them, laying back the dozen struts,
getting to the muck of something terrible.
The Lord insists: “You are the one who chooses
to live this way. I build cities where things
are human. I make Tuscany and you go to live
with rock and silence.” The man washes away
the blood and arranges the fish on a big plate.
Starts the onions in the hot olive oil and puts
in peppers. “You have lived all year without women.”
He takes out everything and puts in the fish.
“No one knows where you are. People forget you.
You are vain and stubborn.” The man slices
tomatoes and lemons. Takes out the fish
and scrambles eggs. I am not stubborn, he thinks,
laying all of it on the table in the courtyard
full of early sun, shadows of swallows flying
on the food. Not stubborn, just greedy.

SULLA CATTIVA STRADA

I pesci sono atroci. Li trasportano sul monte
all’alba quasi tutti i giorni, splendidi e alieni
e freddi della loro notte sottomarina le vaste
aule ne spariscono dai loro occhi piatti.
Morbidi ingranaggi del buio, pensa l’uomo
mentre li lava. “Cosa ne sai dei miei portenti!”
lo apostrofa il Signore. Certo, dice l’uomo sereno
e li sviscera, togliendone le dozzine di puntelli
arrivando fino al torbido di qualcosa di orribile.
Il Signore insiste “Tu scegli di vivere così.
Ho costruito città dove le cose sono umane.
Ho creato la Toscana e vai a vivere tra le pietre
e il silenzio.” L’uomo ripulisce il sangue
e dispone il pesce in una casseruola. Scotta
le cipolle nell’olio bollente aggiunge i peperoni.
“Hai passato i tuoi anni senza donne.”
Toglie tutto e ripassa il pesce. “Nessuno
sa dove sei. La gente ti dimentica.
Sei testardo e vanitoso”. L’uomo taglia a fette
pomodori e limoni. Leva il pesce
e sbatte le uova. Non sono testardo, pensa
apparecchiando il tavolo nel cortile invaso
dal sole precoce, ombre di rondini volano
sul pasto. Non testardo, soltanto avido.

THE SIRENS AGAIN

What am I to do with loveliness?
I got past that singing early
To reach this honest severity. [asprezza]
Now I farm the stone and reality
With ease. And consider those voices.
Not to go back. But to resist
The security of easy pain.
And the false purity of mountains.
To proceed. Even into the confusion
Of beauty. To risk pleasure,
And confront delight as triumph.
All of us have been
In the Children’s Crusade. Trusted,
Been sold bad boats, and gone under.
But who would survive so far,
To a beginning, merely to be
The veteran in a southern town
Fashionably maimed and grim.

I hear them carol at night.
And need to go on. Maybe
To come on those girls from inland.

ANCORA LE SIRENE

Cosa dovrei farmene del disamore?
Ho superato presto quel cantare.
Per raggiungere questo rigore sincero.
Ora coltivo la roccia e il reale
Senza affanno. E penso a quelle voci.
Non per tornare. Ma per resistere
La certezza di un facile dolore.
E il falso candore dei monti.
Proseguire. Anche nella confusione
Della bellezza. Rischiare il piacere,
E affrontare la gioia come un trionfo.
Tutti siamo stati
Nella Crociata dei Bambini. Ci siamo fidati,
Comprato pessime navi, colati a picco.
Ma chi vorrebbe sopravvivere fin oggi,
Un albore, per essere soltanto
il reduce di una città meridionale
con eleganza storpio e accigliato.

Le sento gorgheggiare a notte.
E devo andare. Forse raggiungerle
quelle ragazze attraverso l’entroterra.

ALONE

I never thought Michiko would come back
after she died. But if she did, I knew
it would be as a lady in a long white dress.
It is strange that she has returned
as somebody’s dalmatian. I meet
the man walking her on a leash
almost every week. He says good morning
and I stoop down to calm her. He said
once that she was never like that with
other people. Sometimes she is tethered
on their lawn when I go by. If nobody
is around, I sit on the grass. When she
finally quiets, she puts her head in my lap
and we watch each other’s eyes as I whisper
in her soft ears. She cares nothing about
the mystery. She likes it best when
I touch her head and tell her small
things about my days and our friends.
That makes her happy the way it always did.

SOLITARIO

Non ho mai pensato Michiko sarebbe tornata
dalla morte. Ma se l’avesse fatto, sapevo
sarebbe stata una donna in un lungo abito bianco.
È strano sia tornata
come il cane dalmata di un tale. Incontro
l’uomo che la porta al guinzaglio
quasi ogni settimana. Dice buongiorno
e io mi chino per calmarla. Ha detto
una volta che non è mai stata così
attorno ad altra gente. A volte è legata
nel loro prato quando vi passo davanti. Se non c’è
nessuno vicino, siedo sull’erba. Quando
alla fine si acquieta, poggia il muso tra le gambe
e ci guardiamo negli occhi mentre sussurro
nelle sue orecchie soffici. Non le importa
del mistero. Le piace soprattutto quando
le tocco la testa e racconto le piccole
cose dei miei giorni e i nostri amici.
La rende felice come ha sempre fatto.

THE GREAT FIRES

Love is apart from all things.
Desire and excitement are nothing beside it.
It is not the body that finds love.
What leads us there is the body.
What is not love provokes it.
What is not love quenches it.
Love lays hold of everything we know.
The passions which are called love
also change everything to a newness
at first. Passion is clearly the path
but does not bring us to love.
It opens the castle of our spirit
so that we might find the love which is
a mystery hidden there.
Love is one of many great fires.
Passion is a fire made of many woods,
each of which gives off its special odor
so we can know the many kinds
that are not love. Passion is the paper
and twigs that kindle the flames
but cannot sustain them. Desire perishes
because it tries to be love.
Love is eaten away by appetite.
Love does not last, but it is different
from the passions that do not last.
Love lasts by not lasting.
Isaiah said each man walks in his own fire
for his sins. Love allows us to walk
in the sweet music of our particular heart.

GLI INCENDI

L’amore è disparte a ogni altra cosa.
Desiderio, eccitazione gli sono niente
al confronto. Non è il corpo che trova
l’amore. È il corpo che vi ci conduce,
Quello che non è amore lo provoca.
Quello che non è amore lo sopprime.
L’amore pone il suo sigillo su tutto
quanto conosciamo. Anche le passioni
che chiamiamo amore rendono nuovo
tutto agli inizi. La passione è il sentiero
ma non ci conduce all’amore.
Spalanca il nostro castello interiore
così possiamo trovarvi l’amore che ne è
il segreto nascosto. L’amore è uno
dei grandi incendi. La passione è un fuoco
composito di molti legni, ognuno emana
il proprio specifico aroma così possiamo
riconoscerne i molti tipi non sono l’amore.
La passione è la stoppa e i rami
che suscitano la fiamma e non sanno
sostenerla. Il desiderio muore
perché prova essere amore.
L’amore è spazzolato dagli appetiti.
L’amore non dura, ma è diverso
dalle passioni che non durano.
L’amore dura del non durare.
Isaia dice che ogni uomo avanza nella vampa
dei propri peccati. L’amore ci fa camminare
alla musica dolce del nostro cuore singolare.

I IMAGINE THE GODS

I imagine the gods saying, We will
make it up to you. We will give you
three wishes, they say. Let me see
the squirrels again, I tell them.
Let me eat some of the great hog
stuffed and roasted on its giant spit
and put out, steaming, into the winter
of my neighborhood when I was usually
too broke to afford even the hundred grams
I ate so happily walking up the cobbles,
past the Street of the Moon
and the Street of the Birdcage-Makers,
the Street of Silence and the Street
of the Little Pissing. We can give you
wisdom, they say in their rich voices.
Let me go at last to Hugette, I say,
the Algerian student with her huge eyes
who timidly invited me to her room
when I was too young and bewildered
that first year in Paris.
Let me at least fail at my life.
Think, they say patiently, we could
make you famous again. Let me fall
in love one last time, I beg them.
Teach me mortality, frighten me
into the present. Help me to find
the heft of these days. That the nights
will be full enough and my heart feral.

IMMAGINO GLI DEI…

Immagino gli dei mi dicano Ci faremo
perdonare. Ti daremo tre desideri, dicono.
Lasciatemi vedere di nuovo gli scoiattoli,
dico loro. Lasciatemi assaggiare un boccone
del cinghiale farcito e arrostito sul suo grosso
spiedo e poi tolto appena abbrustolito, fumante,
nell’inverno del mio vicinato quando ero troppo
al verde per permettermi a malapena l’etto
che tanto felicemente mangiavo arrancando
sui ciottoli, lungo Via della Luna e Via
dei Produttori di Voliere, per Strada
del Silenzio e per quella di una Breve
Pisciata. Possiamo darti la saggezza,
dicono nelle loro voci tonanti.
Lasciatemi almeno incontrare Hugette, dico,
la studentessa algerina i suoi grandi occhi
che timidamente m’invitò nella sua stanza
quando ero troppo giovane e sconcertato
il mio primo anno a Parigi. Lasciatemi almeno
rovinarmi la vita. Pensa, dicono pazienti, potremmo
renderti di nuovo famoso. Lasciatemi
innamorare per un’ultima volta, li imploro.
Insegnatemi la mortalità, raggelatemi
nel presente. Aiutatemi a ritrovare
il senso a questi giorni. Le notti
siano ricche il mio cuore selvaggio.