LE MEZZE STAGIONI – cose che (non) esistono

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Le mezze stagioni imperversano, sono trendy, van di moda.
Si fissano in “adultescenza” come sistema individuale, di gruppo, sociale, politico.
Il “Paedogeron” dureriano regna su tutto: è il mezzo vecchio e mezzo infante, il né carne né pesce che fuori dall’acqua boccheggia e immerso nelle profondità crepa.
Nel mezzo del cammin può cominciare, che meraviglia!, il viaggio sulla poltrona dell’analista.
Non è un periplo da drogati né da mercanti. Biglietto di sola andata finalizzato alla scoperta del ritorno.
Io lo consiglio, un viaggio del genere – ma non son Caronte.
E le stagioni-stagioni? Quelle vere, il clima, la pioggia, il sole, i cirri e i cumulonembi?
Ve le racconto filastroccando, come al solito.

Il Signor Autunno
se ne arriva lento;
non è mai contento,
il Signor Autunno.
Insegue il vecchietto
che aspira al perfetto
color bianco neve,
a morbida pelle,
e con caramelle
la ninfetta lieve
chiama Primavera
ma crepa di sera
mentre lei ridendo
abbraccia l’Estate,
gioca a “innamorate”,
seduce mentendo
ma è tutto un inganno,
d’Estate in affanno.
Estate puttana
che gira e rigira
e d’Autunno ammira
le sciarpe di lana,
i mille colori,
l’arte dei sapori.

Ci sono anche le mezze parole. Una su tutte!

Vit-amor-te.