Approfondimenti
Lonely Island Solitude Island
Lonely Island
Solitude Island
ha la forma di un pesce, di un occhietto
– Solitudine è degna del suo nome, non ci vive nessuno. –
– Un primo osservatorio polare è affondato nella neve e gli edifici abbandonati sonnecchiano nel centro della baia, di fronte allo sputo di terra oltre l’acquitrino ghiacciato.
Venne qui rinvenuto lo scheletro di un dragone preistorico.
Qualche anno dopo, un sottomarino tedesco esplose alcune granate contro la stazione meteo, distruggendo gli accampamenti militari e uccidendo il presidio. Bombardare l’isola della Solitudine fu una delle manovre finali dell’”Operazione Paese delle Meraviglie” della marina militare nazista nella Seconda Guerra Mondiale. –
– L’osservatorio, uno dei più grandi dell’Unione Sovietica, venne ricostruito durante la Guerra Fredda. Il nome che il capitano norvegese di Tromsø aveva dato all’isola fu dimenticato, in russo, l’isola Solitaria, divenne l’isola Solitudine. –
Cara Paola,
incagliarsi non è d’uopo, eppure avviene. Capita. Occorre.
Ritrovare la breccia, l’occaso – l’occasione, e cogliere la traccia al volo richiede una vista a dieci decimi e il naso all’insù.
Osservo alcune fotografie.
Si tratta di un gioco tra me e il mio amore. Abbiamo costruito una barca nera e l’abbiamo immortalata nel suo viaggio.
Sai, a me piacciono i giochi ben giocati. Le mosse leggere, le carezze sciolgono i ghiacci più ostinati. Eppure, non credo che tutti i ghiacciai debbano trasmutarsi in lava, pena la morte. Gli orsi bianchi non possono abitare alle Hawaii.
Restiamo piratesse.
Ti abbraccio, forte.
(ph. della barchetta: Luciano Borgna e Valeria Bianchi Mian)
– Una fotografia di Lenin con baffetti e pizzetto è appesa a un muro con carta da parati a palme. Il registro contiene precisa documentazione del lavoro di manutenzione del capo meccanico: i livelli di olio e di carburante in ogni macchina. L’ultima registrazione a pennarello rosso fuoriesce dalle righe delle colonne: 23.11.1996: L’ORDINE DI EVACUAZIONE È ARRIVATO OGGI. SGORGARE LE ACQUE. SPENTO IL GENERATORE. LA STAZIONE È … –
Valeria, chiama il MOZZO ABBIAMO LA GOLA ASCIUTTA, Lonely Island,
a bordo beviamo molto per sopportare la ciurma
* nota bibliografica: i brani per la mappa del tesoro sono estratti da Pocket Atlas of Remote Islands: Fifty Islands I Have Not Visited and Never Will (Inglese) nov 2014 di Judith Schalansky (Autore), Christine Lo (Traduttore), trad. dall’inglese Paola Silvia Dolci
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