Approfondimenti
Michel de Montaigne – Lisa Orlando
Michel de Montaigne
[Il più grande ritrattista con la penna]
Dove sono gli uomini/scrittori come Montaigne (uno dei più grandi maestri, tra l’altro, dell’arte della vita) qui, in questo mondo divenuto così oscenamente privo di anima?
Non è la fama che cercava, Montaigne, non voleva che gli uomini lo nominassero in anni venturi, non erigeva sontuose statue sulle piazze del mercato, egli desiderava solo comunicare la sua anima. Lui, il più grande ritrattista con la penna di tutta l’intera letteratura.
La comunicazione è salute, diceva; la comunicazione è verità, è felicità. Condividere è il nostro dovere supremo e insieme il nostro piacere più grande. Montaigne incitava a osservare con assorbito interesse l’avvincente spettacolo della nostra anima, a scendere arditamente in noi, a portare alla luce quei pensieri nascosti che sono i più terribili da dire, i più folli, i più malati.
Non nascondete nulla, esortava, non fingete nulla; se siete ignoranti, ditelo; se vi sentite fragili, gridatelo; se amate i vostri amici, fateglielo sapere; la vita diverrà sempre più avvincente con l’avvicinarsi dell’io, con lo svelamento dell’anima e d’ogni fatto dell’esistenza. Chè nessun evento di vita è così piccolo da lasciarcelo scivolare via.
Se provassimo ad osservare l’anima ci accorgeremmo di quanto essa sia perennemente in atto di proiettare luci e ombre, di come riempia di sogni la luce del giorno, di come sia eccitata dai fantasmi non meno che dalla realtà. Osserviamola, dunque, suggeriva, e senza paura di scorgere la sua doppiezza, la sua complessità. Chè l’anima, ad esempio, può struggersi per la perdita d’un amico, eppure provare malizioso piacere per dolori di altri. Crede; e allo stesso tempo non crede. In breve, l’anima è tutta munita di nervi e propensioni che ne influenzano ogni atto, eppure, anche ora nessuno ha chiara conoscenza di come funzioni, di cosa essa sia; si sa solo che di tutte le cose è la più misteriosa, e la propria è il più grande miracolo del mondo.
“Osservatela, osservatela costantemente, e fino a che esisteranno carta e inchiostro”, Montaigne scriverà.
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