Cose chiuse fuori, Marco Giovenale

“Un mondo fantasmale, i cui abitanti – fantasmi – si condensano reattivamente in oggetti, dove la physis è psiche, e ci balza incontro. Una sezione geologica di nostro – di ognuno, di tutti, di chi scrive – passato che sembra reinventare una forma di cinema nel senso primario di narrazione per luci e ombre, con luci e ombre trattate in un cut up, come se fossimo all’inizio dell’uso del mezzo, in un territorio di sperimentazione, anch’essa, primaria.”

Laura Pugno

 

 

 

Da una montatura
di occhiali, smessa, il fantasma
di articolazioni, dati fossili, riti osservativi
ancora precedenti, anni fossili.
Uruk, alfa, aste, il passaggio distaccato
delle zebre nei quaderni
piccoli, più piccoli, le croci
di collimazione, poi telemetri degli assassini americani

 

 

 

 

 

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Marco Giovenale è tra i fondatori di gammm.org (2006) e cura la collana “SYN – scritture di ricerca” per le edizioni IkonaLiber. In versi: La casa esposta (Le Lette-re, 2007). Shelter (Donzelli, 2010), Maniera nera (Aragno, 2015), Strettoie (Arcipelago Itaca, 2017), Delle osservazioni (Blonk, 2021). In prosa: Numeri primi (Arcipelago, 2006), Quasi tutti (Polimata, 2010; Miraggi, 2018), Il paziente crede di essere (Gorilla Sapiens, 2016), La gente non sa cosa si perde (Tic, 2021), // cotone (Zacinto/Biblion, 2021). Con i redattori di gammm è nel libro collettivo Prosa in prosa (Le Lettere, 2009). Per Sossella nel 2008 ha curato un’ampia raccolta antologica di opere di Roberto Roversi. Il suo sito è slowforward.net.