Recensioni
Gotenberg a Los Angeles (IV)
La cospirazione dei mondiali svedesi
a cura di Guido Michelone
Svariate argomentazioni
Per sostenere, in Konspiration, dunque una tesi a dir poco scioccante, Löfstedt presenta svariate argomentazioni, a cominciare proprio sulla succitata semifinale: mentre la partita sembra finita – 2 a 1 per la Svezia – Hamrin si avventura in area tedesca, al 88′, dopo un’azione solitaria sulla fascia destra e si mette a dribblare due, poi tre difensori, prima di affrontare il portiere tedesco e completare l’azione con uno splendido gol. Numerosi telespettatori seguono il capolavoro del bomber grazie alle telecamere che trasmettono in eurovisione. Il cameraman dall’alto delle tribune propone quindi un’inquadratura ampia dello stadio che sta esplodendo di gioia, tra baci e abbracci e bandiere giallazzurre sventolanti nel cielo blu; e proprio in questa inquadratura si vedono sullo sfondo gli edifici della città di Göteborg; ed è questo dettaglio ad attirare l’attenzione di de Wærn, per il quale c’è la prova inconfutabile che la partita non è in città, ma si tiene lontanissimo, a Los Angeles. Lo storico è lapidario: “Non esistono edifici simili in Svezia e certamente non a Göteborg!”.
Nel film, poi, il regista spiega che la Svezia non ha, tra il 1954 e il 1958, le risorse finanziarie o tecniche per ospitare effettivamente un media event così grande, importante, cosmopolita; e a sostegno di questa tesi vengono aggiunte molte altre prove, analizzando ad esempio come cadono le ombre dei giocatori in campo, angolate in modo irreale per il territorio svedese, data la posizione del sole in quelle ore; de Wærn, impiegato presso l’Agenzia nazionale svedese per più di vent’anni, afferma inoltre di approdare a ulteriori prove sullo svolgimento del torneo, senza mai trovare nulla di concreto o di oggettivo, ma solo un interesse americano per testare l’efficacia della propaganda mediatica (e televisiva in particolare).
Quindi secondo de Wærn tutto ciò viene creato ex novo in California, dove l’industria cinematografica statunitense è ricchissima sia di denaro liquido sia di mezzi tecnologici in grado di effettuare tale mastodontico inganno. Nel film ci si domanda come mai Hollywood dev’essere interessata a spendere milioni di dollari in progetto tanto colossale quanto forse inutile; la risposta è chiara: in piena Guerra Fredda, gli Stati Uniti cercano appunto di testare il potere del piccolo schermo inerente soprattutto alla capacità di influenzare le masse a scopi ideologici. Per lo studioso, tra l’altro fondatore dell’organizzazione ‘Konspiration 58 (KSP 58)’, dietro tale piano mefistofelico vi sono da un lato la CIA, dall’altro la FIFA.
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