Urania, rock e altro 3

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a cura di Guido Michelone

Ma tornando indietro nel tempo, all’epoca dei primi «Urania» c’è un’autentica precorritrice di tutto il fantarock che è Lucia Pamela (1904-2002). Fin da bambina mostra un notevole talento per la musica, fa studi classici – addirittura al “Beethoven Conservatory of Music and Voice” in Germania – ma si dà al jazz e nel 1926 viene eletta Miss St. Louis, dopo alcuni lavori d’attrice con le note Ziegfeld Follies di Florenz Ziegfeld.

Per una ventina d’anni la carriera è serena, tranquilla, soddisfacente, benché a livello locale, ripartita tra le attività di musicista (caporchestra di big band femminile dell’ensembele dell’Odeon Theatre di St. Louis e presentatrice radio (The Encouragement Hour e Gal About Town). Ritiratasi per dedicarsi alla famiglia, sul finire degli anni Sessanta, pubblica un disco, Into Outer Space with Lucia Pamela cui si racconta di un viaggio sulla luna.

L’album non ha vendite eccezionali perché risulta artisticamente fuori moda, pasticciando disinvoltamente con rock, pop, jazz, vaudeville, classic song; ma emergono forti polemiche quando l’autrice afferma di averlo veramente inciso sulla Luna; e a chi le fa notare che il disco è pieno di stonature risponde che non è sbagliato, bensì è suonato secondo le tonalità lunari, diverse da quelle terrestri.

Anche con i critici che sottolineano come sia stato inciso malissimo, lei risponde che ciò è dovuto alla diversa atmosfera lunare, e che sulla Luna suona benissimo. Forse in virtù di tali ‘narrazioni’ mediatiche, il 33 giri comunque riesce a esaurire presto tutte le copie stampate, benché i maligni sostengano che le abbia comprate tutte la cantante/compositrice e regalate ad amici, familiari, conoscenti e persino a chi incontra per strada.

Sette anni dopo pubblica, senza troppi riscontri economici, l’album da colorare Into Outer Space with Lucia Pamela in the Year 2000, indirizzato a bambini ormai informatissimi delle missioni Apollo. La signora del fantarock trascorre quindi una serena vecchiaia in una casa di riposo, assistita dai figli avuti in più matrimoni, e fino all’ultimo sosterrà il proprio viaggio lunare e la fantomatica registrazione selenitica.