Soundscapes/ 33 giri extended play – Vincenzo Bagnoli

nove stelline, un libro bellissimo

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Sai che hai ancora tanto da ascoltare (ne avrai sempre), ma cominci a sapere che non basta: se resti in silenzio, non c’è più spazio per l’onda della vita e tutto quello che senti alla fine prende un’unica cadenza, quella della nota dominante, il tonfo sordo inumano, il basso pulsante e continuo dello slogan. Devi parlare, ogni tanto; non in inutili monologhi, ma quando interroghi con gli occhi le pagine scritte, perché la loro stessa parola si animi, esca dalla griglia, dalla sequenza e si sciolga in un dialogo lungo il ritmo del respiro delle donne e degli uomini che sono vissuti. E devi ancora parlare, per orizzontarti e trovare il tuo posto fra le donne e gli uomini che vivono nei grandi deserti delle strade suburbane, nello spettacolo degli alti palazzi e delle centinaia di finestre illuminate attraverso la città: una comunità silenziosa e distante (ben diversa da quelle sussurranti e contigue dei libri, delle canzoni o del salotto entro le mura, che hanno una loro storia raccontarsi ancora e ancora e ancora…). Perché ci dev’essere una poesia per quest’anonima forza che senti nel paesaggio della moderna edilizia popolare, nelle scuole nelle case nelle palestre dove si cresce insieme, e ci deve essere un colore diverso, che abbia i toni dell’urgenza e della coerenza, la «pronuncia del mondo», la sostanza del tuo tempo e del qui.

Qui dove si fonde principio e fine,
e tutto e parte, dove tutto forse
si mescola e confonde e poi rinasce
in parti uguali sparse tra i disegni,
tra libri, e giornali e copertine,
qui tutto si confonde, il racconto
si mescola al sonno sopra la testa,
si stempera il colore nell’intrico
di carta patinata e di parole,
di tutto lo spazio bianco e del vuoto;
anche il disegno, tra pagine e gabbie,
grafica e dorsi male allineati,
non rifiorisce, senza bellezza
resta la stanca rassegna illustrata
agli occhi indifferenti del bambino
che non legge quasi mai ciò che scritto
nel bianco E nel vuoto delle nuvole
poi entra Tristano e dice: ecco il giorno.

Soundscapes/ 33 giri extended play, Vincenzo Bagnoli, Carteggi Letterari ed., 2018
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Vincenzo Bagnoli (Bologna, 1967) lavora come redattore di testate giornalistiche e case editrici; è autore di saggi (Contemporanea, Esedra, 1997; Letterati e massa, Carocci, 2000; Lo spazio del testo, Pendragon, 2003) ed è stato tra i fondatori di «Versodove. Rivista di letteratura».
Suoi versi sono apparsi su varie riviste, quali «Rendiconti», «Origini», «Tratti», «il Verri», e in antologie uscite per Transeuropa e LietoColle, nonché in molti blog, siti e webzines italiani e stranieri (Nazione indiana, Absolutepoetry, Poetarum Silva, Atlante dei poeti, Librobreve, L’Ulisse, Niederngasse, Alfabeta2, radioemiliaromagna.it, De llibres, Otra Iglesia Es Imposible).
Ha pubblicato le raccolte 33 giri stereo LP (Gallo & Calzati, 2004), FM – Onde corte (Bohumil, 2007), Deep Sky (d’if, 2008) e, con foto di V. Reggi e prefazione di Antonio A. Clemente, Offscapes. Beyond the Limits of Urban Landscapes (Trafika Europe, 2016; Offscapes. La parte distante del paesaggio, Sala Editori, 2017). Ha realizzato i testi dell’album Bologna ’67-77 della band Stratten (NML, 2012) e del graphic novel di Elena Guidolin, Outlandos (GIUDA edizioni, 2016); ha inoltre collaborato ad alcuni documentari di Home Movies e Mammutfilm.