Stephen Dunn

Allora adesso Stephen te la dico chiara: smettila di tirarmi in ballo il primo mattino.
Non so se il gatto era in casa, non so se avevi chiuso le finestre*. Dici così perché sai che andrai altrove a vedere come stanno le pietre nei fossati vicini alla pioggia perenne ma non per questo perduti e che poi camminerai a lungo senza incontrare nessuno.

E lascia stare anche il pomeriggio. I nomi ingombranti delle cose in boccio potrebbero venirti a svegliare quando fa grigio, a tirarti le gambe in ballo la poesia, come nell’atrio a casa mia tra odor di chiuso e di brioches*.

Inoltre ti chiederei di fare attenzione alla sera, dove i crepuscoli non sanno da che parte stare, se prima, se poi; devi prendere appuntamento con un buon ottico che ti faccia gli occhiali così, uno di Spoon River: sai che la sera è un cruccio cosmico, tu che cadenzi i fiori.
Inutile infine dirti di lasciare in pace la notte, che viene da sola nel solo letto che hai, la macchina in un parcheggio temporaneo*, con solo due uomini, dirai, in un unico freddo*.

Oh, riparti da zero, disse il maestro.
Usa ciò che trovi in giro per la casa,
e rendilo semplice e triste.*

*Dunn pag.139
*Capossela, da l’Affondamento del Cinastic
*Dunn pag. 139
*Dunn pag. 103
*Dunn pag. 163

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