Approfondimenti
STORIA DEL FALLO IN 13 PEZZI + 1/3 – MI FAI OMBRA
Si salpa!
Terza tappa del viaggio di Iside sulla nave Niedern Gasse, alla ricerca di Osiride.
Il dio è stato fatto a pezzi dal fratello tifonico, l’oscuro Seth, e la sua bella sposa, signora caparbia e decisamente avventurosa, va veleggiando in ogni direzione – Nord, Ovest, Sud, Est – alla ricerca dei quattordici pezzi del puzzle (i frammenti del principio maschile, sua controparte).
Pensando al mito di Iside e Osiride, continuerò a tessere i capitoli di questo “saggetto” – vezzeggio lo scritto in questione che troppo saggio non è. A questo punto, per meglio approcciare gli aspetti più duri, rudi e crudi, priapeschi, satireschi e violenti del Fallo, ho pensato di dedicare ai lettori una postilla che strizza l’occhio a Carl Gustav Jung.
Fallo – “Phallos”.
Uccello divino, membro celeste.
Logos fecondante, Sole che splende.
Tutto molto bello.
Se non che.
Ogni cosa ha la sua Ombra – o le sue ombreggiature.
Il Sole nero degli alchimisti.
Lo stesso Tifone che smembra e separa.
Sulphur irredento nell’almbicco.
Mercurio venefico in Nigredo.
Così, per dare uno spunto di riflessione psicofallica alla faccenda, vi parlerò con entusiasmo delle
DUE OMBRE DEL SOLE
(brano rivisitato da un mio articolo scritto per www.psychiatryonline.it)
Tra gli analisti junghiani dei quali ho apprezzato maggiormente gli scritti annovero Eugene Monick ed Erich Neumann. Relativamente al principio maschile – quello che abita nella psiche di noi esseri umani (che si tratti di uomini o di donne, il principio maschile come elemento psicologico ci riguarda tutti) – il pensiero di Monick si discosta dalla posizione di Erich Neumann.
Quest’ultimo assegna a Dioniso, a Pan, a Ermes, agli spiriti boschivi (che sono sempre anche un poco tenebrosi e lunari) il ruolo di meri satelliti della Grande Dea, figli sottomessi e commisti alla stessa Madre. Dispensatrice di vita e di morte, la Madre si circonda di fuchi, di adepti, di creature a lei sola votate. Se i figli-giullari della gigantessa sono meri succubi, gingilli persi nella difficoltà immensa del cercare se stessi senza potersi trovare, l’Ombra del maschile succube è invece relegata nel buio perenne. Un buio pieno di violenza e di odio. Una NEREZZA senza scampo.
Mentre alla luce del giorno risplendono le imprese dell’eroe fallico, l’eroe solare che alla Grande Madre si vota sino a morire per la stessa (l’Idea, la Madre Patria, la Regina…), nella notte va tramando l’incattivito demone, separato dal primo, il quale è un’Ombra maschile che brama sangue e morte. Il simbolo solare e la sua Ombra di nerezza, così come i gemelli Osiride e Seth, sono in realtà due aspetti dello stesso elemento della psiche maschile. Sono in compresenza anche nella mente delle donne; se ne stanno lì in qualità d’Animus con elementi di luce e di oscurità, e sono più o meno integrabili – forse sì, forse no – a seconda della disposizione di ogni individuo alla consapevolezza.
Eugene Monick, junghiano della Pennsylvania (morto nel 2007), è scrittore di ‘Phallos – il maschile nel mito, nella storia, nella coscienza d’oggi’, edito da Red, Como, 1994 – e di molti altri lavori sul tema. L’analista Monick amplifica la teoria di Neumann sull’Ombra del Sole e considera la teoria del doppio Fallo (l’ipotesi Sole + Ombra del Sole) come una deformazione del pensiero patriarcale e dualista. Per Monick non è sufficiente considerare il simbolo solare e la sua Ombra come elementi definiti, sotto i quali anche il femminile finisce per essere costretto senza troppi spazi per far fruttare le molteplici reciproche ombreggiature.
No. Per Monick il Fallo ha più ombreggiature, ha… due ombre.
Chi l’avrebbe mai detto?
Dunque nel buio si celano molteplici mostruosità, rappresentazioni del Fallo ctonio, aspetti del Sulphur Niger degli alchimisti, stupratori inferi. Nelle profondità psichiche ci sono voci che dovrebbero essere osservate e comprese alla stessa stregua del Fallo solare, cioè come messaggi contenenti elementi che vanno dall’eccesso di razionalità alla ferocia animale. Quindi, per abbozzare uno schema del PRINCIPIO MASCHILE a partire dall’eredità di Eugene Monick:
FALLO SOLARE
ha elementi utili, buoni, caldi, sa fecondare
+
ha elementi eccessivi, troppo rigidi e dogmatici
(Ombra del Fallo solare)
FALLO INFERO
ha elementi generativi e fecondi
+
ha elementi distruttivi e violenti, stupranti
(Ombra del Fallo infero)
Riporto ancora un brano dal mio articolo:
“L’Ombra del Fallo solare è lo stilista che definisce come la donna si debba vestire. E’ colui che vuole il corpo di lei velato, infibulato, con il perizoma, con il tacco, di sola pelle. Lui dichiara cosa e come lei debba essere e comportarsi per sedurlo da qui all’eternità. È lui a dettare le regole della bellezza e lo spazio di libertà della ‘Puella’, ovvero della fanciulla troppo poco autonoma per definire da sola le proprie leggi”.
E ancora, ad esempio: “Dopo i fatti di Colonia (2016), molte persone qui in Italia si sono sentite urtate dalle frasi di alcuni uomini della televisione e della Chiesa, i quali hanno usato espressioni come ‘le nostre donne’ e ‘in Occidente le donne sono sacre’. Probabilmente, dentro le parole utilizzate per cercare – chissà – di esprimere lo smarrimento di chi le ha pronunciate, queste persone hanno visto proprio questo tipo di Ombra perbenista e paternalistica.
La soluzione sta nella coscienza delle mille facce che siamo.
La possibilità sta nella dinamica tra le parti.
La possibilità sta nel saper(si) immaginare, piuttosto che nell’agire.
La natura bestiale ci riguarda tutti, uomini e donne.”
Articolo ripreso da: Bianchi Mian, V. – http://www.psychiatryonline.it/node/5979
Fotografia di Anna Maria Scala – post-produzione VBM
Collage di VBM
(continua)
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