Approfondimenti
STORIA DEL “LATO B” – NATICHE IN POMPA MAGNA/parte prima
(Ph. S.M., auto-censurata, dico non dico, vedo non vedo)
“Che culo” – disse il Sire,
intendendo con “culo”
la fortuna sfacciata
che gli era capitata.
Meritata, a suo dire,
ché lui in amor è mulo.
Fortuna è la Regina
nel letto stamattina.
(Favolesvelte, 2014)
Le natiche si fanno notare a partire dal momento in cui l’uomo – e la donna – cominciano a camminare da bipedi (australopithecus afarensis). Non che prima se ne stessero nascoste, anzi: erano talmente evidenti da passare inosservate in onor dei genitali e dell’ano.
Jean-Luc Henning riporta l’osservazione di Desmond Morris, il quale descrive la femmina di babbuino “gelada”: essa avrebbe, sul petto, una copia conforme del proprio sedere.
“E poiché la zona genitale è di un color rosa intenso, bordata da papille bianche, con una vulva rosso sangue al centro, nel periodo dell’ovulazione si ritrova questa felice configurazione sul petto. La babbuina gelada possiede dunque nei suoi momenti propizi una doppia vulva.” Secondo Morris, anche la femmina umana ha qualcosa del double-face babbuinico; un complesso sistema di labbra fronte-retro, l’armonia seno-sedere… “A causa del nostro sistema di locomozione verticale, la parte di sotto del corpo è divenuta il davanti, la più visibile e la più accessibile tra le zone di segnalazione.” Ma il “mimetismo” continua Morris, non ha bisogno di essere preciso per risultare efficace”: l’attrazione sessuale delle rotondità ha preso nella donna la piega delle curve. “Per questo” – scrive ancora Henning (ex professore di filologia al Cairo, giornalista a Libération, readattore capo di Rolling Stone, scrittore audace, eccoentrico, provocatore) “si può dire che la specie umana è l’unica fra i primati la cui femmina possieda natiche un po’ ovunque.”
Ah, la diavolessa!
La Venere di Willendorf dal culo gigantesco, le donne di pietra rotonde come arance, la buccia d’arancia primitiva. La donna dalle grandi chiappe è la madre degli albori: il sedere la inchioda a terra con la forza della propria gravità, ma l’erezione è una sfida alla calamita che richiama tutti noi verso il basso. La sfida del pene, certamente. Ma anche la sfida della colonna vertebrale: petto in fuori, pancia in dentro, ma anche un poco poco di sedere in fuori.
“Più il sedere era generoso, più la donna era seducente. Ma era anche molto ingombrante. Al punto che gli uomini passarono alla copulazione frontale. Conseguentemente i seni si gonfiarono per riprodurre i larghi emisferi dei glutei. Si ebbe così una versione molto più equilibrata e agile della donna…”
Boscimane, donne dal sedere prominente nelle pitture rupestri dello Zimbabwe, le “case d’ingrassamento” in Mauritania, luoghi di ritiro pre-nuziali in cui le “ingozzatrici” operano come se le future spose fossero oche da foie-gras. Donne che camminano sorrette da due schiave, una per braccio: il culo troppo pesante impedisce il movimento. La bellezza e il peso si accoppiano. (Mungo Park, esploratore scozzese, 1771-1806). Charles Darwin scrive a proposito di Sir Andrew Smith: “un giorno vide una donna che era considerata una beltà e che aveva quella parte del corpo così sviluppata da non essere più in grado di rialzarsi, una volta seduta per terra, se non a condizione di trascinarsi fino a un luogo in pendenza. E, se dobbiamo credere a Burton, i somali, per scegliere le loro mogli, fanno mettere in riga le candidate ed eleggono quelle che, a tergo, sporgono dalla fila.”
Nel corso della storia della moda, ecco comparire volanti sbuffi, frizzanti tessuti, lacci e corsetti per stringere di qua e rimpolpare di là. La “natica preistorica” ricompare nella Terza Repubblica, ma è artificiale, surrogato, trompe-l’oeil. Ballon, mongolfiera da indossare, tournure. Un culo finto, la “natica montata”, un “culone in pompa magna”. Et voilà: la modernità. Tra orgia e carestia, la natica si gonfia e dimagrisce. Attraversa il sacrificio degli anni ’20, tra anoressia del corpo e bulimia dello spirito moderno, diventa audace, ribelle, rivoluzionaria, “culo che canta” e grida il proprio diritto di dire la sua e di essere come gli va di essere, foss’anche “faux fesse” che ci fa fessi.
Continua.
BIBLIO
Jean-Luc Henning – “Breve storia delle natiche” – Sperling Paperback, 1997
Georges Bataille – “L’erotismo” – ES, Biblioteca dell’eros, 1997
Valeria Bianchi Mian – “Favolesvelte” – Golem Edizioni, 2016
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