William Wall, il cuore è un progetto aperto cablato per l’allarme, parte 5

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a cura di Elisa Audino 

Ea: Per alcuni critici il mare è un punto fermo del tuo lavoro.

Forse perché gli uomini della famiglia di mia madre erano gente di mare da generazioni e generazioni. Anch’io ho trascorso un po’ di tempo da marinaio sull’Atlantico, la casa in cui sono cresciuto, a Cork, era sul mare e quando arrivavano le tempeste da nord, le onde si infrangevano contro parchi e finestre. Mio padre era un contadino, ma passava anche molto tempo in barca e io con lui, a pescare. Ancora oggi i porti rivestono un significato speciale e ogni volta che c’è burrasca, e in Irlanda capita spesso, penso ai pericoli che la gente sta affrontando, a chi si avventura in acqua con scarsa o nulla esperienza, in fuga dalla guerra o dall’oppressione, al viaggio che affrontano, che è una misura esatta della sofferenza che stanno passando. Noi europei chiudiamo loro le porte. È vergognoso perché siamo noi a sfruttare con la nostra potenza industriale i loro paesi.

Vacanze in spiaggia, da The Yellow House, Salmon Poetry, 2017,
trad. Elisa Audino per Niederngasse

una brezza leggera
dall’est
trenta gradi
centigradi uno specchio
azzurro il

mare e un altro
bambino morto con
un salvagente
color arancio
vivo

Holiday beach

a soft breeze
from the east
thirty degrees
centigrade glass-
blue the

sea and another
dead child in
a colourful
orange
lifejacket

[ea] L’uso di segni grafici è raro in Italia ed è in genere poco compreso. In Le notizie sono fai ampio uso delle ampersands [&], ma nelle ultime raccolte sembrano scomparse. Com’è cambiata la tua scrittura nel tempo?

È vero, le ho tolte perché in ultimo erano diventate il punto di discussione anziché un modo per trasmettere il messaggio. Com’è cambiata? Diciamo che quando ho iniziato a scrivere ero molto più prolifico, e per un po’, con la pressione del dover pubblicare, ho cercato uno stile che fosse più accettabile per gli editori (la mia prima raccolta aveva dei sonetti e cose di questo genere).
All’epoca c’era un circuito di spoken word che andava forte in Irlanda e ne ero affascinato, mi riportava indietro al mio amore per i Beats, soprattutto ad Allen Ginsberg. Ho cercato un suono che potesse essere letto a voce alta, ma che fosse anche funzionale alla pagina scritta.
Gradualmente poi sono tornato al mio vero stile, anche se è un processo di continuo apprendimento. Nelle ultime raccolte [The Yellow House, Salmon Poetry, 2017, Smugglers In The Underground Hug Trade-A Journal of the Plague Year, Doire Press, 2021] ho insistito ulteriormente sull’accettabilità: volevo delle poesie che parlassero alla gente, che incapsulassero dei ricordi e stati mentali che in qualche modo proviamo tutti.
La poesia viene compresa in modo viscerale e questo spiega perché la gente a volte dica ‘Non so cosa significhi, ma mi piace’: c’è qualcosa nel magico intreccio di parole e dei suoni così come nella musicalità della voce o delle pagine, che attira – quando funziona – e mi ha sempre affascinato il motivo per cui una certa poesia piaccia a qualcuno e ad altri no.

Bologna, da The Yellow House, Salmon Poetry, 2017,
trad. Elisa Audino per Niederngasse

Piazza Maggiore è stracolma
di camicie rosse
Bella Ciao è il richiamo
chi sciopera mangia panini
dentro le barricate
sugli scalini di San Petronio
un prete osserva
con rabbia e trepidazione
e pensare che un popolo
è diverso da un gregge
appena iniziano i discorsi
il cielo schiarisce
e il prete si ritira
dietro i portoni
hanno fame anche loro

al banchetto del Manifesto
compro un magnete
da frigo di Gramsci
per un muro d’acciaio
tutto è politica

le lancette della stazione
sono ferme alle 10.25
la storia nasconde l’agguato
nei posti vacanti
e nella sala d’aspetto
io sono il solo
a pensare alle bombe

Bologna

Piazza Maggiore is full
of red shirts
Bella Ciao is the call
the strikers eat panini
inside the barricades
on the steps of San Petronio
a priest stares
in anger and trepidation
thinking a people
is different to a flock
once the speeches start
the sky clears
and the priest retreats
behind the great doors
they get hungry too

at the Manifesto stall
I buy a Gramsci
fridge magnet
for a wall of steel
everything is politics

the railway clock
is stopped at 10.25
history lying in wait
in the empty spaces
and in the waiting room
I am the only one
thinking about bombs

WILLIAM WALL è autore di sette romanzi, di cui tradotti in Italia La ballata del letto vuoto (2022) e Il turno di Grace (2021) entrambi per Nutrimenti, tre raccolte di racconti, cinque raccolte di poesia, di cui Le notizie sono (2012), Mobydick, seleziona una prima parte della sua produzione. È stato il primo europeo a vincere il Drue Heinz Literature Prize (2017) e ha vinto numerosi altri premi tra cui il Virginia Faulkner Prize. Le sue poesie e i suoi racconti compaiono sulle riviste letterarie di molti paesi. È PhD in scrittura creativa all’University College di Cork e traduce in italiano. Altre informazioni si possono trovare su: www.williamwall.net .