Letture per le feste
a cura di Paola Silvia Dolci
BUONE VACANZE, CIAO!
La paura in Giappone di Marta Berzieri, Caravaggio editore, 2008
«Durante il crepuscolo tutto appare indistinto, i contorni delle figure diventano vaghi e la vista viene facilmente ingannata. Si aprono le porte del mondo soprannaturale: dèmoni e dèi camminano sulla terra, i ruoli si invertono e tutto è possibile».
Il grottesco kappa, l’affascinante tengu, la bellissima yukionna, il fetido, ma pacifico, nupperabo, l’ingannevole e ambiguo konakijiji, i gaki, spiriti degli avari, degli egoisti e degli egocentrici, il gentile Betobeto san, le kitsune, per alcuni, messaggere celesti, il tanuki e gli altri animali mutaforma, il kirin, che anticipa i cambiamenti epocali… Sono solo alcune delle creature animanti il variegato e avvincente mondo degli yokai, dei bakemono, degli oni e degli yurei, le principali figure terrifiche giapponesi. Citando opere letterarie e riportando testimonianze, questo saggio, frutto di un’approfondita ricerca documentaristica e di un’accurata analisi antropologica, illustra con chiarezza un particolare aspetto delle tradizioni popolari giapponesi, legato a tutto quanto è crepuscolare, misterioso, terrifico, nonché, talvolta, commovente e pedagogico. Il testo termina con un’interessante appendice che raccoglie una serie di interviste rilasciate da alcuni abitanti del “Paese con otto milioni di divinità”.
Hitachi no kuni fudoki, Cronaca della provincia di Hitachi e dei suoi costumi, Carocci editore, 2013
Compilato nei primi decenni dell’VIII secolo, Hitachi no kuni fudoki è il resoconto geografico di una remota provincia nel Nordest del Giappone. L’opera nasce con l’intento di informare il governo centrale su un territorio non facilmente perlustrabile per meglio assoggettarlo alla sovranità del clan Yamato. Tuttavia, un asettico documento burocratico diventa una piacevolissima lettura in cui a superbi brani di prosa lirica in cinese si innestano evocative poesie giapponesi e in cui lo scrupolo del funzionario si confonde con la trasmissione della preziosa cultura orale degli anziani. Tradotta per la prima volta in italiano, Hitachi no kuni fudoki è un’opera fondamentale per lo studio della società agricola e pre-buddhista del Giappone arcaico e per una maggiore comprensione del progetto politico che dà vita al periodo Nara (710-784). La descrizione di paesaggi, gli aneddoti e le credenze popolari, i riferimenti all’eroe eponimo Yamato Takeru, che per primo visita e dà il nome ai luoghi iniziandoli alla storia, rendono possibile anche al lettore moderno apprezzare un Giappone ancestrale e periferico che altrimenti sarebbe andato perduto.
Fiabe giapponesi, Einaudi editore, 1998
“Che cos’è il Nulla? Un usignolo, un albero di susino”, diceva Kawai Hayao, uno dei maggiori studiosi giapponesi di racconti popolari e fantastici. E allora non deve sorprendere che la fiaba in Giappone possa essere letta come un’espressione del Nulla. In questa direzione molti racconti, anche quelli esteriormente piu elementari, rasentano i paradossi dell’esperienza zen ed evidenziano un’ intrinseca differenza da quelli europei. Una differenza che è culturale e sociale nello stesso tempo. Da una parte infatti le fiabe giapponesi – e in particolare le cosiddette “fiabe di magia” – si configurano spesso come espressione di una condizione statica e immutabile piuttosto che di una situazione dinamica di progresso psicologico-esistenziale. Il racconto tende a seguire un andamento ciclico (e non lineare come avviene in Occidente), dove il motivo della “trasgressione di un divieto” non si traduce necessariamente in una concatenazione di avventure meravigliose e quello della ” separazione ” non si trova all’inizio della vicenda, ma spesso la conclude. E allora naturale che il punto di arrivo sembri simile a quello di partenza e che solo in alcuni casi possa essere rappresentato dal classico (per noi occidentali) lieto fine. Dall’altro lato, il particolare rapporto tra uomo e natura, proprio della tradizione buddhista, crea un mondo immaginario non fondato sul riscatto del male ma sull’ accettazione di una realtà di cui l’uomo costituisce solo un tassello e non il fulcro.
Anche nei personaggi il pensiero orientale impone la sua specificità. Ne costituisce un esempio la figura della yamanba, la “vecchia dei monti”, il cui incessante vagare può essere letto come metafora dell’attaccamento alle illusorie realtà di questo mondo, che impedisce di affrancarsi dal ciclo delle rinascite. Ma la yamanba è duplice: cattiva e nel contempo generosa, sincera e falsa. E l’emblema cioè di quella compenetrazione di contrasti in cui bene e male sono due facce della stessa realtà.
Mononoke, l’ora degli spiriti maligni, di Matthew Meyer, nuinui sa edizioni , 2021
Terzo volume della serie dedicata al mondo del soprannaturale nel Giappone tradizionale, questo fantasmagorico repertorio di spiriti maligni tratta degli esseri più ripugnanti e malefici dell’universo magico nipponico, i mononoke, che abitano una realtà parallela alla nostra: nonostante la protezione esercitata da schiere di maghi e sacerdoti contro le nefaste influenze di queste creature vendicative, vi sono luoghi e momenti in cui il confine fra i due mondi diventa più labile ed è possibile oltrepassarlo. Nelle terre di frontiera, dove la civiltà lascia il posto alla natura selvaggia e impenetrabile, è più facile incappare in questi esseri. Gli uomini sono padroni del giorno, ma al crepuscolo e di notte il soprannaturale prende il sopravvento e gli spiriti maligni sono più potenti che mai; anche i momenti di passaggio fra le stagioni, come solstizi ed equinozi, sono avvolti nel mistero dell’occulto. Ed è stupefacente come questo insieme di superstizioni, e le limitazioni che ne conseguono, siano ancora oggi una preoccupazione diffusa in ampi strati della popolazione giapponese.
Storie di donne samurai, di Sebastien Perez, illustrato da Benjamin Lacombe, l’ippocampo edizioni, 2023
Sono in molti a conoscere le imprese, l’arte del combattimento e il nobile codice dei samurai Giapponesi. Soltanto in pochi però hanno potuto apprezzare la loro controparte femminile: formidabili guerriere, donne devote pronte a ogni sacrificio o condottiere implacabili, decise a esercitare il proprio potere con l’orgoglio e con le armi. In questo libro, animato dai disegni inconfondibili di Benjamin Lacombe, incontriamo le storie di Jingū – la leggendaria imperatrice che nel primo secolo, alla morte del marito, guidò le sue truppe alla conquista di tre regni nemici –, di Miyagino e Shinobu, che nel XVII secolo impararono le arti marziali per vendicare l’uccisione del padre, o ancora di Nakano Takeko, a capo di un’armata di sole donne durante alla Guerra Boshin, a Ottocento ormai inoltrato.
Storie di fantasmi del Giappone, di Lafcadio Hearn, illustrato da Benjamin Lacombe, L’ippocampo edizioni, 2021
Illustrando il celebre compendio del folklore giapponese, Benjamin Lacombe offre un tributo al lavoro di Lafcadio Hearn. All’inizio del Novecento, lo scrittore irlandese fu uno dei primi occidentali a ottenere la cittadinanza giapponese: l’amore per la cultura della sua nuova patria lo portò a percorrere le varie province del Paese, al fine di trascrivere le storie di fantasmi e le leggende tramandate di generazione in generazione. In Storie di fantasmi del Giappone Benjamin Lacombe sceglie lo stile adatto a ogni racconto, reinterpretando l’ampia gamma del bestiario tradizionale con la sua inimitabile arte. In appendice al volume, alcuni giochi ispirati a quelli tradizionali permettono d’inventare la propria leggenda di yokai. La presente edizione, a cura di Ottavio Fatica, riprende parte dei testi da lui tradotti per Adelphi nella raccolta Ombre giapponesi, completandola con altri, qui proposti per la prima volta al pubblico italiano.
Yokai, mostri leggendari giapponesi, di Matthew Meyer e Sam Ita, nuinui sa edizioni, 2022
Uno straordinario libro pop up che trasporta il lettore nell’affascinante mondo del Sol Levante, alla scoperta dei mostri leggendari giapponesi.
Sorprendenti pop up illustrati in modo originale si animano dando vita a mostri marini, villaggi, montagne e case giapponesi. Le splendide illustrazioni e i testi dettagliati a opera di Matthew Meyer, l’esperto mondialmente riconosciuto di yōkai, mostri e fantasmi nipponici, si coniugano alla perfezione con i magnifici pop up realizzati da Sam Ita.
Un lavoro di squadra di due nippo-americani: un americano che vive in Giappone e un giapponese che vive in America.
4 scenografici ambienti in pop up – le montagne, l’acqua, il villaggio, la casa – animati da yōkai caratteristici per ogni ambiente.